Si parla di “rivoluzione nerazzurra”.
Dapprima quella del monte ingaggi per gli stipendi dei calciatori, poi quella dei giovani, poi quella societaria, poi ancora quella dei giovani.
I risultati che sono arrivati sono stati, per usare un eufemismo, scarsi e ben al di sotto delle attese.
Ora, arrivato in corso d’opera sulla panchina nerazzurra un top player come Roberto Mancini, si ricomincia e in estate dovrebbe esserci una nuova rivoluzione.
Per non illudere i tifosi ancora una volta, non ci possono essere altre vie, se non queste due strade: si punta davvero sui giovani e si riparte completamente da zero o si crea un gruppo forte, competitivo, già pronto per combattere al vertice e per aggiudicarsi trofei e si ritorna grandi in fretta.
Nella prima ipotesi l’Inter dovrebbe vendere i suoi giocatori ultratrentenni e puntare sui giovani, la maggior parte dei quali ancora da far maturare e da svezzare. Giovani provenienti dal vivaio, dal vivaio di altre società o panchinari della squadre più blasonate.
Questa scelta comporterebbe risparmi enormi sui giocatori ed i loro stipendi ma anni di sacrifici e, se tutto va bene, aggiudicarsi un posto nei preliminari di Europa League.
Comporterebbe anche una perdita nell’immagine italiana ed internazionale dell’Inter, ma permetterebbe alla società di risparmiare e di lavorare correttamente nel tempo senza patemi od ansie.
Ma se, come tutto fa sperare, sulla panchina, nella prossima, stagione siederà ancora Mancini questo è praticamente impossibile. In più, davvero l’Inter con la sua storia, il suo blasone, i suoi tifosi sarebbe in grado di sopportare tutto ciò?
La seconda ipotesi passa per forze di cose da una svolta radicale a tutti i livelli.
L’immagine Inter deve aumentare il suo bacino d’utenza in Italia e soprattutto all’estero attraverso tournée in Asia ed in Europa, attraverso strategie di marketing e di fidelizzazione ed attraverso la costruzione di una casa nerazzurra.
This post was last modified on 27 Marzo 2015 - 09:43 09:43