Osservando la partita di ieri, era facile capire quale squadra fosse davvero fallita. Donadoni, come riporta La Gazzetta dello Sport, ha dato lezioni di calcio all’Inter di Mancini. Non è solo la classifica a sputare sentenze, anche lo stadio, svuotato, a fine partita fischia e intona cori poco piacevoli. Perchè, nuovamente, il tifoso nerazzurro si trova ad invidiare i giocatori dell’ultima in classifica, già retrocessi e senza stipendio.
NESSUN OBIETTIVO Il pareggio di ieri ha definitivamente fiaccato l’ottimismo di Mancini che in settimana aveva chiesto 10 vittorie su 10. Ad oggi le ultime 9 partite sanciranno chi ha le carte in regola per rimanere e chi no. Evidentemente era una corsa troppo difficile, quando è arrivato il momento di vincere l’Inter ha totalizzato tre punti in cinque gare. Troppe difficoltà per una squadra che non vince da 7 partite, precisamente dal 23 febbraio, in casa dall’8 febbraio, e sempre dall’8 febbraio subisce sempre gol. Una squadra che in casa contro le ultime in classifica ha fatto due punti su nove.
MEA CULPA MANCINI Come altre volte, al termine del match, Mancini si è preso le responsabilità. Perchè l’Inter di ieri ha sofferto la mancanza di Icardi e Puscas non ha convinto, schierato dal 1′ al posto di Poldi. Nonostante gli errori ammessi dal Mancio l’Inter non è riuscita a chiudere una partita che, con un po’ di fortuna, era riuscita a mettersi in discesa con il tiro di Guarin. Proprio dopo il vantaggio il Parma ha iniziato a prendere coraggio, e con un consueto errore difensivo, Lila ha buttato la palla in rete.
CONFUSIONE Ieri il Mancio ha cambiato più volte modulo, ma non ha mai trovato l’alchimia giusta. E’ passato dal 4-3-3 al 4-3-1-2 e poi infine nel secondo tempo al 4-2-3-1. Giocatori spostati come pedine, Medel davanti alla difesa e poi centrale, Guarin interno, trequartista, largo, mediano. Kovacic esterno e poi seconda punta. Palacio punta esterna e poi centrale. Ha tentato in tutti i modi di scuotere la squadra, di ricevere un segnale positivo. Ma non ha ottenuto niente.
NUCLEO FORTE L’Inter del prossimo anno non sarà costruita attorno ai “talenti” Kovacic e Podolski bensì su Guarin, Shaqiri, Brozovic, Palacio e Santon. Anche se, pomeriggi come ieri, fanno passare la voglia a tutti.
This post was last modified on 5 Aprile 2015 - 09:55