Ogni volta che parla Josè Mourinho non è mai banale e soprattutto non ha mai avuto problemi per quanto riguarda il fattore relativo l’autostima. Il tecnico di Setubal, infatti, in un’intervista rilasciata al quotidiano inglese ‘The Telegraph’, ha parlato del suo modo di allenare e di come lui stesso stia cambiando in meglio nel suo mestiere: ”Ho un problema, ovvero che sto migliorando su tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Da quando ho iniziato la mia carriera ad oggi c’è stata un’evoluzione in tanti campi: il modo in cui leggo il gioco , il modo in cui preparo la partita, il modo in cui alleno, la metodologia, insomma mi sento sempre meglio. C’è solo un punto in cui non posso cambiare: quando mi trovo di fronte ai media, non sono mai un ipocrita’‘.
Statisticamente parlando, Mourinho è il manager di club con il numero più alto di successi nel mondo del calcio. Ha vinto i titoli nazionali in ciascuno dei quattro paesi in cui ha gestito, dalla sua nativa Portogallo, passando da Italia, Spagna e infine Inghilterra. Ha vinto la Champions League due volte. Oltre a questo, Mourinho è probabilmente anche il manager più controverso nel mondo del calcio. Non c’è nessun manager come lui in grado di per accendere l’ira delle tifoserie rivali, di avviare la giostra dei dibattiti con gli arbitri e la FA, disertare conferenze stampa o farle in a maniera pittoresca. Guardando Mourinho è sembra di trovarsi di fronte ad un uomo a tutto tondo capace come non mai a leggere le situazioni in anticipo e portarle a proprio vantaggio, come solo i veri imprenditori vincenti sanno fare.
Champions con Porto ed Inter hanno creato un legame indissolubile con le città: ”In Portogallo ero ad inizio carriera e per lo più nel mio Paese quindi ancora alle prime armi. La Champions ottenuta con l’Inter è stata fantastica, un anno meraviglioso e difficilmente ripetibile sia a Milano che in ogni altra piazza. Ho un grande ricordo e nutro profonda stima per il club nerazzurro’‘.
Poi un appunto sulla diversità di qualità di vita che un personaggio pubblico come lui per forza di cose ha: ”Scelgo sicuramente Londra. Qui hanno una cultura nella quale le persone hanno bisogno del proprio spazio e che ognuna di esse merita rispetto. Se sono disturbato qui è sempre da parte di persone non di lingua inglese. Il popolo inglese, per esempio a ristorante, mi chiede un autografo o un selfie solo quando ho finito il mio pasto. E camminando per la strada ho la stessa sensazione. E ‘impossibile a Londra che qualcuno sia disturbato a causa di un risultato negativo quando si cammina per la strada con la vostra famiglia. Impossibile! A Madrid, Milano invece accedeva sempre“.
This post was last modified on 9 Aprile 2015 - 20:07