Vidic, da pesce fuor d’acqua a muro indispensabile nel giro di un mese

Sette, sette e ancora sette, è il voto che tutti i quotidiani sportivi e i portali online hanno dato a Nemanja Vidic per la partita perfetta che ha giocato ieri sera nel match serale contro la Roma. Il serbo ha disputato 90′ di contrasti impeccabili con una supremazia devastante negli interventi aerei e solo un gol avrebbe potuto donargli un voto maggiore.

Questo è finalmente il giocatore di cui l’Inter aveva bisogno, il difensore che era stato acquistato per fare la differenza in un reparto troppo spesso traballante nelle stagioni precedenti. Purtroppo, causa un ambientamento da superare e una condizione fisica non sempre impeccabile, l’ex Manchester United era stato relegato in panchina, soprattutto per gli svarioni di inizio campionato che erano costati caro alla squadra. Ma oggi è un elemento imprescindibile, per solidità e ordine tattico.

Non si può certo parlare di crescita per un calciatore classe ’81 che vanta esperienza internazionale da vendere, con 54 presenze in Champions League e 300 presenze nel prestigioso United , ma di un ambientamento che vista la differenza che intercorre tra il nostro campionato e la Premier League è assolutamente comprensibile. La domanda che si pone il tifoso interista ora, dopo le voci che vedevano Vidic già partente in estate (voci su un clamoroso ritorno a Manchester o addirittura allo Spartak Mosca dove militava 10 anni fa), è se l’ex colosso di Old Trafford possa offrire prestazioni del genere anche la prossima stagione.

Se continuerà così fino alla fine del campionato è possibile che si possa giocare una maglia da titolare insieme al capitano Ranocchia e al neo acquisto Murillo che ancora prima di essere giunto a Milano sentirà già la pressione della concorrenza. Ma in una grande squadra è proprio questo che ci si aspetta. Anche gli screzi con Mancini sembrano essere risolti, le parole tuonanti del tecnico di Jesi nel post partita di Celtic-Inter del 19 febbraio scorso dove dichiarò: ”Vidic non avrà chance finché io sarò sulla panchina dell’Inter” sembrarono definitive, poi 4 giorni dopo lo inserisce tra i titolari per necessità in Cagliari-Inter 1-2 e Inter-Fiorentina 0-1. Successivamente Nemanja rimane in panchina per 4 partite in cui l’Inter subisce 8 gol, troppi.

Ritorna in campo contro la Sampdoria dove nonostante un’ottima prestazione della squadra i nerazzurri escono sconfitti (1-0 con punizione di Eder). Contro il Parma gli viene preferito Felipe ed è l’ennesima gara amara per la squadra di Milano. Allora Il Mancio, il cui orgoglio è famoso in tutta Europa (vedi i casi Tevez e Osvaldo), mette da parte per un attimo i rancori e da una nuova chance al serbo che con 3 prestazioni maiuscole consecutive ha conquistato la maglia da titolare e l’approvazione dei tifosi, cosa che all’Inter vale non poco. Anche se con qualche mese di ritardo, diamo il benvenuto al nuovo colosso di San Siro.

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