Qualcuno aveva ironizzato su quello scatto con i frequentatori più assidui della bocciofila “Nuova Montevideo” di Via Tortona, la più antica di Milano. Era capitato lì dopo i 90 minuti di panchina nel derby contro il Milan e, forse, più di qualcuno avrà pensato che era giunto il momento di dover cambiare sport, praticando quello che più indirizza alla pensione. Podolski però, da lì in poi, ha dimostrato di essere ancora lontano da questo momento: un assist vincente e un goal altrettanto fondamentale per permettere alla sua Inter la rincorsa in chiave europea. Sei punti letteralmente costruiti dal tedesco e dal suo mancino. Forse d’ora in avanti tornerà più di qualche volta in quella bocciofila.
Cristiano, Ezio, Michele del bar Morna, Mario, Andrea, Agostino, Gaetano, Antonio, Francesco, Gianni, Ubaldo ed Emilio: i suoi compagni di squadra per un pomeriggio tra gag, foto, risate, tentativi di cimentarsi col boccino e spiegazioni sul suo povero minutaggio: “Mancini è molto tattisch”. L’ex Colonia ha anche mostrato la sua dimestichezza con il dialetto milanese, guadagnandosi in fretta la simpatia degli anziani giocatori.
Come Andrea Minetti, che ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport: “E’ molto simpatico, disponibile e sorridente, per certi versi non sembra nemmeno tedesco. Parla anche un po’ l’italiano e da interista sono molto contento che si sia sbloccato dopo essere stato da noi”.
Un’altra testimonianza arriva anche da un nostalgico sostenitore nerazzurro, il signor Ezio De Martini, ciclista compagno di squadra di Bartali nel dopoguerra: “Per fortuna si è svegliato, così come Kovacic e Hernanes. Sono un morattiano, ai tempi del padre Angelo andavo a vedere tutte le trasferte in macchina che tanto non si perdeva mai, ma ho fiducia in Thohir”.
Nuovi amici e fan per Podolski, chissà se passerà a salutarli dopo la sfida contro il Chievo: un posto da titolare e un eventuale primo goal a San Siro potrebbero essere il pretesto giusto.
This post was last modified on 30 Aprile 2015 - 12:53