Mancano 3 chilometri, tre battaglie da vivere con passione e la giusta leggerezza, sudando per la maglia che si indossa, senza fare calcoli.
O forse sì, i calcoli è meglio farli.
Il perché è presto detto, esclusa la partita di sabato che vedrà impegnata l’Inter contro la Juventus e conseguentemente bisognerà lottare come non mai e provare a battere gli eterni rivali, per il resto bisognerà valutare “l’Europa” contro il Genoa, nella città della Lanterna e contro l’Empoli a San Siro.
Le sanzioni parlano chiaro: un’ammenda da 6 milioni di euro rateizzabili più 14 milioni con sospensione, restrizioni al monte ingaggi ed al numero di giocatori in rosa per le stagioni 2015/2016 e 2016/2017.
Ma conviene davvero entrare in Europa League, soprattutto dalla porta dei preliminari?
Vero è che vincendo la coppa ci si assicurerebbe un posto al sole in quel della Champions League, ma il cammino per arrivare fin lì è lungo e molto arduo e gli introiti dell’Europa minore, sono moderatamente al di sotto delle aspettative delle società di vertice.
L’ex Coppa Uefa non serve neppure da appeal per portare i campioni a vestire la maglia nerazzurra, quello caso mai è dato dal blasone, dalla consistenza del progetto e dall’immagine di Mancini.
Allora è tutto così chiaro? Non proprio, non approdare nelle coppe europee, comporterebbe di dover far fronte alle sanzioni lo stesso ed in più la sospensione dell’ammenda di 14 milioni potrebbe saltare portando la cifra da dover versare nelle casse dell’Uefa a ben 20 milioni. Una cifra consistente, forse troppo, per l’Inter di oggi.
E allora? La soluzione non è immediata, Thohir dovrà valutare se rischiare tutto ed investire o continuare a galleggiare sperando in un colpo di fortuna, ma in questo caso il rischio è forte e com’è noto, la Dea Bendata aiuta gli audaci e soprattutto chi se la va a cercare.