Roberto Mancini l’aveva detto: “Non si vendono i pezzi da 90, vogliamo fare una grande squadra…”.
Già, per fare una grande squadra bisogna partire o ripartire da chi in questa rosa e per questa maglia ha lottato, sudato, da chi è migliorato ed ha superato limiti ed ostacoli e soprattutto da chi la maglia nerazzurra la porta con orgoglio.
E Maurito Icardi questa maglia l’ha voluta, ha dichiarato decine di volte: “Voglio rimanere qui. Per il contratto siamo vicini…” e così ieri, in tarda serata, ha legato il suo nome con i colori nerazzurri fino al 2019.
Ma questo, lo sanno tutti, può e deve essere solo l’inizio dell’avventura.
Maurito, re dei bomber in Serie A a soli 22 anni, è già un campione e, come più volte detto, sotto i dettami del Mancio, è diventato rapidamente una punta moderna, che fa sponde, movimento, assist ed una caterva di gol, non avendo minimamente perso l’istinto del Killer.
Ma come tutti i campioni, non si può trattenere o imbrigliare in una squadra, solo con i soldi, solo con i bonus o i diritti d’immagine, deve essere costruito intorno a lui un progetto, fatto di idee e gioco, gregari e campioni, uniti dalla voglia di vincere, perché per un campione vincere non è fondamentale, è vitale.
Ausilio ha messo solo il primo tassello del puzzle che Mancini vuole finito in breve tempo. Ora dovrà occuparsi di Handanovic, di sfoltire una rosa numerosa e lacunosa e soprattutto dovrà occuparsi dei nuovi arrivi.
Yaya Touré è perso ma il progetto no, i nomi sono molti ma non si può più sbagliare, ci vorranno investimenti seri e decisioni rapide e soprattutto, come dice il tecnico: “Dobbiamo mettere in questa rosa delle certezze…”.
Ausilio e Thohir sanno che per sostituire il gigante ivoriano non potrà bastare Felipe Melo, che se non si arriverà a Cuadrado, il suo alter ego nerazzurro non potrà essere il solo Biabiany. Come affermato dallo stesso Mancini, servono 8-9 top player.
Al fianco del centro del progetto Icardi ci vorrà una seconda punta veloce e mobile, il centrocampo dovrà puntare su tecnica e fisicità, la difesa va assolutamente rifondata.
Altrimenti non si correrà solo il rischio di un’altra stagione fallimentare ma si rischierà molto di più: la fuga dei gioielli che non vorranno essere presi in giro nuovamente e restare in una società senza idee, i campioni non vorranno più arrivare alla Pinetina, gli sponsor si allontaneranno ed uno dei tecnici più vincenti in circolazione abbandonerà in fretta la nave, trasformando l’armata nerazzurra in un Titanic senza speranza.
This post was last modified on 4 Giugno 2015 - 15:35