Xherdan Shaqiri, ala della nazionale svizzera di origini kosovare, è stato l’acquisto di punta della nuova gestione interista targata Roberto Mancini. Arrivato nella finestra di mercato invernale dal Bayern Monaco, dove era chiuso da fenomeni come Robben, Ribery e Gotze, Shaq è stato fin da subito una delle principali richieste del tecnico jesino, il quale è stato decisivo per il buon esito della trattativa con telefonate e rassicurazioni sul progetto interista evidentemente molto convincenti.
L’esordio nel campionato italiano è stato molto positivo, con prestazioni convincenti e subito in goal alla prima a San Siro in Coppa Italia contro la Sampdoria. Con il passare delle partite però il rendimento di Xherdan cala a vista d’occhio, complici anche il pessimo rendimento complessivo della squadra e una posizione in campo affidatagli per necessità, quella di trequartista dietro le punte, poco congeniale alle sue caratteristiche. Il bilancio interista è di 3 goal e 2 assist in 20 partite, compresi campionato, Europa League e Coppa Italia. Troppo pochi per un giocatore che quest’anno verrà riscattato per una cifra attorno ai 18 milioni e arrivato con bel altre aspettative e promesse.
Di tutt’altro spessore è invece il rendimento di Shaq con la sua nazionale, del quale è ormai leader indiscusso. Con la ‘Nati‘ infatti ha totalizzato 17 goal in 46 presenze ed è a 5 goal e 6 assist delle ultime 5 giocate. Numeri da capogiro, da Top Player; numeri che tutti i tifosi interisti sperano di vedere replicati l’anno prossimo anche con addosso la maglia nerazzurra. Come spiegarsi quindi questo rendimento a corrente alternata del fantasista elvetico? A domanda precisa postagli dalla testata online svizzera 20Minuten risponde: “Io sono felice della fiducia che mi accorda il ct e del sostegno dei miei compagni. Abbiamo un ottimo spirito di squadra e questo si vede in campo. In Nazionale mi sento molto a mio agio e quindi posso realizzare le mie prestazioni migliori”.
I più maliziosi potrebbero interpretare queste dichiarazioni sincere e spontanee quasi come delle frecciate alla dirigenza nerazzurra e al tecnico Mancini, che risulterebbero però difficili da contestualizzare in un rapporto sempre corretto e di stima reciproca manifestato dal tecnico e Shaqiri in questa metà finale di stagione. Più facile pensare invece che il classe 91 di Gjilan abbia pagato l’arrivo in corsa a metà di una stagione già negativamente compromessa e il generale clima difficile creatosi attorno alla squadra. La speranza per il prossimo anno è quella di vedere lo Xherdan Shaqiri decisivo e protagonista della nazionale rosso-crociata anche in maglia nerazzurra e non più, come direbbe Stevenson, in versione Dottor Jekyll e Mister Hyde.
This post was last modified on 18 Giugno 2015 - 18:12