Nuova idea di mercato: Lamela per Shaq, ma ne vale davvero la pena?

Scenario improvviso e ancora tutto da verificare quello lanciato stamane da La Gazzetta dello Sport: idea dell’Inter di acquistare Erik Lamela sganciando una parte di cash e inserendo Shaqiri nella trattativa, disposto forse a trasferirsi in Inghilterra, ma non in una squadra di bassa o media classifica come lo Stoke. Il Tottenham già potrebbe rientrare nella sua scelta, così come Lamela potrebbe coincidere col profilo di esterno d’attacco cercato da Mancini, fantasioso, veloce, col senso del goal e già esperto della nostra serie A.

Un’idea buttata lì, che sicuramente andrà confermata da una delle varie parti in causa. Ciò che bisogna chiedersi è: ne vale la pena? Lamela a Roma ha fatto discretamente bene, soprattutto nel secondo anno, ma mai ha avuto un rendimento continuo a livelli eccelsi. Al Tottenham ha fatto fatica a imporsi, riuscendo a divenire uno dei protagonisti della squadra solo nella stagione appena conclusasi, anche se non con numeri del tutto roboanti (46 presenze e 5 goal). Il giocatore ha sicuro talento e gran fantasia, ma perché bisogna svalutare così Shaqiri? Ieri Mancini ha fatto intendere che una sua cessione è plausibile, ma non ha affatto bocciato il giocatore cresciuto ad alti livelli nel Basilea. E’ possibile che il suo valore di mercato possa essere così inferiore rispetto a un Lamela al quale, francamente, Shaqiri non ha molto da invidiare? Le differenze di età sono minime e quelle qualitative non sembrano molto rilevanti, confermando il fatto che entrambi sono dei giocatori di ottime capacità e valide prospettive future. Anche la stessa bramosa ricerca di Perisic, giocatore apprezzabile, cozza un po’ con quest’improvvisa esigenza di vendere l’elvetico. Si deve vendere per comprare? Va bene, ma compriamo solo se siamo certi che ci sia un certo valore aggiunto rispetto ciò che si possiede. Valorizzare un giocatore che ha già dimostrato di competere in determinati palcoscenici e ambienti (Bayern Monaco campione d’Europa) non è forse la via migliore per risparmiare liquidità? Un giocatore non venduto ne comporta un altro non acquistato e se quest’ultimo si limita ad essere un Perisic e non un Di Maria o un Hazard ecco che l’ipotesi di rimanere così come si è non appare un incubo.

Sostituirsi ad allenatori e dirigenti sportivi è lo sport più facile e praticato d’Italia, soprattutto d’estate, ma il consiglio è quello di non farsi prendere eccessivamente dalla smania di rivoluzionare e comprare. Stante la fiducia nell’operato altrui, ci limitiamo a ricordare che qualcosa di molto buono in casa già c’è e non tutto quello che sta nel supermercato è di qualità migliore.

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