Internazionale: un nome, un programma. Il nome per esteso della squadra nerazzurra è stato negli anni una musa, un’ispirazione, una maniera di agire sul mercato e nella composizione della squadra. Del resto, fu proprio l’utilizzo di giocatori stranieri il motivo del distacco dei primi storici dirigenti dal Milan nel lontano 1908. Anche quest’anno il leitmotiv interista non cambierà: di italiani in rosa ce ne saranno pochi e, da quel che traspare finora, forse nemmeno uno riuscirà a trovare spazio in pianta stabile nell’undici titolare.
La novità però, quest’anno, sarà la scelta del blocco straniero. Ogni Inter vincente ne ha avuto uno differente: la Grande Inter di Helenio Herrera poteva fregiarsi della classe degli spagnoli Suarez e Peirò, l’Inter di Trapattoni aveva l’anima tedesca di acciaio dei vari Matthaus, Brehme e Klinsmann, quella di Mourinho aveva il solido e compatto nucleo degli argentini, ottimamente coadiuvato dai brasiliani del reparto arretrato; una squadra che sapeva ballare sia il tango che la samba. A settembre, molto probabilmente, l’Inter potrebbe ritrovarsi una spina dorsale balcanica o jugoslava, per dirla in termini antichi.
Handanovic, Vidic, Kovacic, Brozovic, Perisic, Jovetic: qualcuno deve arrivare, qualcun altro rischia di partire e altri sono stati pienamente confermati. E’ sfumato invece Zukanovic, giocatore che rientrava perfettamente in questa tendenza. Se le trattative per gli attaccanti di Wolfsburg e Manchester City appaiono ben delineate, ecco che il gioco appare fatto. Un trio croato in cui c’è spazio per un montenegrino, un serbo e uno sloveno con buona pace delle pericolose rivalità etniche, perché quando si è in una squadra bisogna remare tutti dalla stessa parte. Ragazzi che hanno patito sofferenze, stenti e che si sono guadagnati un presente ricco e la possibilità di un futuro ancora più florido. Se ci sarà da combattere, loro non si tireranno indietro, si sposeranno bene con quei sudamericani di grande tempra come Medel, Murillo, Miranda, Guarin. Le basi per lottare col coltello tra i denti ci sarebbero tutte, bisognerà solo attuarle. Sarà per questo che Mancini ha voluto al suo fianco un certo Dejan Stankovic, bandiera del calcio balcanico e cuore nerazzurro in grado di dare ulteriore potenza al motore nerazzurro.
This post was last modified on 6 Agosto 2021 - 18:29