Se ne è andato Mateo Kovacic, classe 1994 e roseo futuro davanti. Prima di lui è stata la volta di Xherdan Shaqiri, classe 1991 e già da anni nel giro dei migliori club europei. Tra le entrate, invece, ecco arrivare i brasiliani Miranda e Felipe Melo, il primo del 1984 e il secondo del 1983, non dei giocatori di primissimo pelo insomma.
Stando così i fatti, qualcuno potrebbe obiettare sul tanto decantato progetto di Thohir di ripartire in particolar modo dai giovani, per risanare le casse e tornare competitivi sul campo. Solo chiacchiere e zero fatti? Mancini ha imposto di puntare su giocatori già esperti e collaudati? Niente di tutto ciò.
L’Inter, dati alla mano, ha l’età media più bassa dell’intero campionato, 25.02 anni, davanti di poco a compagini del calibro di Palermo ed Empoli, società che puntano interamente sulla crescita dei loro giovani. Molti si dimenticano che Kondogbia, nonostante prezzo, numero di squadre cambiate e buone annate, sia un semplice classe 1993, un anno più piccolo del colombiano Murillo, già perno difensivo, e due anni inferiore a Martin Montoya, arrivato dal Barcellona e in attesa che gli venga concessa la prima opportunità da Mancini. In tutto ciò, c’è forse il rischio di considerare attempati giocatori come Jovetic e Ljajic, ormai protagonisti da anni sul palcoscenico italiano ed europeo. Invece il neo-arrivato da Roma (1991) deve ancora compiere i 24 anni di età, mentre Jovetic ha scollinato da poco i 25. Perché non è detto che giovinezza sia sinonimo di inesperienza o di immaturità.
Non tutti sono plasmati dall’ “esempio-Balotelli”, basti pensare al nostro Davide Santon, altro 1991 con tante esperienze già accumulate sulle spalle, o come il brasiliano Jesus, forse distratto in campo a volte, ma mai accusabile di scarso professionismo o di comportamenti non consoni. Siamo abituati a vederli da ormai tanto tempo, tanto che rischiamo di dimenticarci che, alla fin fine, si tratta di ragazzi dell’ultima generazione chiamata a solcare i campi da gioco, quella degli anni novanta. Una generazione che, nell’Inter, oltre agli elementi già citati, conta i ’92 Brozovic, Dodò e Telles, altro giocatore arrivato sul gong del mercato. Tanti di loro, inoltre, saranno protagonisti sul campo. Avranno potere, responsabilità e compiti delicati.
Come lui, Mauro Icardi, quasi il più giovane della combriccola dall’alto dei suoi 22 anni da poco compiuti. Guarda caso, a volte il più giovane rischia di essere il più forte, o almeno quello con più aspettative. Di sicuro è quello che ha la fiducia maggiore da parte del proprio allenatore, che lo ha già investito del ruolo di capitano nell’esordio stagionale. Del resto lo stesso Mancini è un altro che, da giocatore, si è infischiato sempre della propria carta d’identità, incidendo sin dall’inizio della sua carriera. Perché quando hai talento in campo, personalità e risptto fuori, nessuno ti chiede quando sei nato.