Editoriale – Noi lo sapevamo già

La Corte di Cassazione ha reso note le motivazioni della sentenza su Calciopoli, ammettendo, definitivamente, che Luciano Moggi è stato l’ideatore di un sistema illecito di condizionamento delle gare del campionato 2004-2005 (e non solo di esse), che la frode sportiva è stata in favore della società di appartenenza, e che ha anche ottenuto vantaggi personali in termini di accrescimento del potere (già di per sé davvero ragguardevole senza alcuna apparente giustificazione).

Non solo, è stato scritto e chiarito che per Moggi più che di potere si deve parlare di uno strapotere esteso anche agli ambienti giornalistici ed ai media televisivi che lo osannavano come una vera e propria autorità assoluta.

Ma noi lo sapevamo già.
Noi sappiamo che la stampa non ci è amica, anzi. Non solo la stampa ma anche molti degli addetti ai lavori non sono a supporto ed al fianco dei colori nerazzurri.

Noi sappiamo che alle spalle non abbiamo mai avuto nessun grande impero, mediatico o industriale-politico che sia.

Sappiamo anche bene che la Storia la scrivono i vincitori, ma le storie, quelle più vere, vissute e sudate molto spesso le scrivono i vinti, gli ultimi o semplicemente quelli che hanno più cuore, più anima e più vita da raccontare.
Siamo quelli che una tantum vinciamo una guerra, ma ci ricordiamo, riviviamo e raccontiamo le sconfitte, perchè non viviamo (solo) di vittorie, ma di amore, senso di appartenenza, vita e sudore.

Noi siamo quelli delle piccole battaglie vinte, i fratelli del mondo, nati in un ritrovo per artisti e per forza di cose di quel luogo abbiamo preso estro e pazzia, amore e storia.

In un noto film uno straordinario Al Pacino diceva: “La nostra vita è tutta lì…in quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi…ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei…”.

Esattamente questo.

Noi siamo una squadra, una famiglia e sappiamo che fuori da noi, nessuno ci fa sconti, anzi.

Noi lo sapevamo già delle truffe, degli arbitri, delle ammonizioni e della stampa.

Solo non capiamo dove foste voi prima di oggi.

Noi lo sapevamo già, speriamo che d’ora in poi lo saprete anche voi.

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