Editoriale- Vatti a fidare del Diavolo

“Sullo stadio al Portello sono intervenute considerazioni e approfondimenti negativi per cui prevale l’affetto per San Siro che si sta abbellendo per la finale di Champions. San Siro è tra gli stadi migliori d’Italia perché è nato per il calcio e non ha la distanza che c’è in altri impianti dove la pista d’atletica impedisce una chiara visione della partita. Per esempio a Roma e a Napoli non riesco mai a gustarmi le partite. Devo dire che anche Mr.Bee guarda con simpatia che si resti a San Siro”.

Con queste dichiarazioni Silvio Berlusconi si defila e abbandona in toto il progetto che aveva visto la figlia, Barbara, spendersi per mesi e mesi. Con queste parole il proprietario rossonero ammalia la folla e dopo averle fatto pregustare uno stadio tutto nuovo, una zona totalmente dedicata al Milan vicino alla nuova sede, voluta anch’essa da Barbara, inverte il senso di marcia. Insomma, in parole povere e per trovare un paragone con il calciomercato, il Milan puntava Ibrahimovic ma è finita per prendere Balotelli, anche e soprattutto per le agevolazioni economiche. Così il “Meazza” viene ripreso in considerazione, avendo costi molto più bassi (ma più facile far riferimento alla storia, ai tifosi non piace sentir parlare di soldi, soprattutto se non vengono spesi).

E così sul web si è passati dal “Noi ci facciamo lo stadio nuovo, tenetevi la catapecchia San Siro!!!” a “Cos’è Thohir pensava di venire qui e prendere casa nostra??? Noi rimaniamo qua! #iononhocugini” (ogni riferimento a fatti reali è più o meno casuale e voluto).

Dopo, quindi, aver cercato con forza di accaparrarsi la zona di Portello, ed essere anche riusciti, facendo offerte, partecipando a gare, esponendosi in maniera netta e decisa, il Milan fa dietrofront e a rimanere non sorpresa, ma sicuramente stizzita, è la società nerazzurra.

L’Inter, come si legge su molti quotidiani sportivi odierni, ha speso due anni per chiarire la questione stadio e, dopo le assicurazioni arrivate il 22 aprile scorso da Barbara Berlusconi, in occasione del meeting tra comune e le due società, aveva deciso di puntare forte sul riammodernamento della zona San Siro. L’idea era di diminuire la capienza e utilizzare lo spazio dell’ex trotto per creare un “quarto anello”, un’area cioè totalmente dedicata ai tifosi, una vera e propria cittadella. Un accordo di massima, poi, si era già raggiunto con il comune, che vedeva di buon occhio sia la costruzione di un nuovo impianto tutto rossonero sia la riqualifica di una zona come quella del “Meazza”, ad opera della società di Thohir.

Proprio Thohir, da quando si è insidiato a Milano, ha sempre avuto in mente la questione stadio, e con lui tutta la fazione anglofona della dirigenza, abituati a vedere impianti di proprietà in tutta l’Inghilterra. Subito, infatti, il tycoon si era mosso, sondando varie ipotesi, tra cui la più papabile fu quella di San Donato. Il Milan avrebbe avuto San Siro tutto suo ma poi, ed ecco la prima idea rossonera, guardando in casa nerazzurra pensò bene: “No, a San Siro ci rimani te, lo stadio nuovo me lo faccio io”. A quel punto l’Inter, come già detto, vedendo il Milan certo delle sue intenzioni, ha fiutato l’affare e, invece di traslocare, ha deciso di riammodernare, restaurare la Scala del calcio secondo i colori della notte. Ma legandosi a doppio filo con il Diavolo si è certi di non poter dare nulla per scontato. E da qui ritorniamo, come un cerchio, alle parole di Silvio Berlusconi: “Sullo stadio al Portello sono intervenute considerazioni e approfondimenti negativi per cui prevale l’affetto per San Siro che si sta abbellendo per la finale di Champions..” Ma anche approfondimenti positivi sul vecchio impianto, verrebbe da aggiungere, guardando tutto il piano nerazzurro per riqualificare l’intera area.

Poche certezze dunque per la Beneamata, se non una: non potersi fidare dei coinquilini attuali. La società rossonera ha dimostrato ancora una volta di avere troppe teste a comando e non avere, quindi, un’unità di intenti. In queste ore Thohir, che ha annullato il meeting previsto per oggi con le parti in causa, sta valutando il da farsi, se continuare con il progetto “Meazza” tutto interista o ritornare su i suoi primi passi, con uno stadio di proprietà, in attesa del prossimo cambio di rotta rossonero.

Una considerazione conclusiva va aggiunta:  Il tempo che si sta perdendo rallenta il rilancio dell’intero calcio milanese, costretto a vedere una Torino bianconera in grado di competere ai massimi livelli europei, tornata a vincere in Italia proprio da quando calca il terreno dello Juventus Stadium. Citando Einstein, “Io come Dio non gioco a dadi e non credo nelle coincidenze”, e voi?

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