Le cessioni importanti non sono mai gradite dai tifosi, soprattutto se ad essere ceduto è un giocatore arrivato a Milano solo sei mesi prima e che non è riuscito a mettere in mostra il suo talento. Stiamo parlando di Xherdan Shaqiri; il talento svizzero è arrivato in nerazzurro a gennaio, con tutte le speranze del caso, portando grande entusiasmo tra gli interisti. Solo sei mesi e 20 presenze più tardi, la dirigenza decide di cedere l’ex Bayern Monaco allo Stoke Citiy, per una cifra attorno ai 17 milioni, lasciando profondamente delusi i tifosi che vedevano in Shaqiri il nuovo idolo. La cifra ricavata da questa cessione è stata praticamente completamente rinvestita per l’acquisto di Ivan Perisic dal Wolfsburg. Queste due trattative hanno un po’ fatto storcere il naso a molti interisti, lasciandoli con enormi punti di domanda: “Ne sarà valsa la pena?” Perisic vale più di Shaqiri?” “Non potevamo tenerci lui?”
Dubbi più che leciti e giusti per un tifoso interista. Dubbi che ovviamente, per il momento, non possono ancora essere dissolti, ma già dalle prime prestazioni dei due giocatori, si possono già cominciare ad analizzarli. Shaqiri ha iniziato la sua avventura in Premier League con la piena fiducia dell’allenatore Mark Hughes, che ha spinto parecchio per arrivare al suo acquisto. Nelle sette partite disputate dai Potters, il giocatore di origini kosovare, ha trovato il campo per ben 6 volte, riuscendo però a realizzare un solo assist e zero gol. Inoltre la stagione della squadra inglese, non è iniziata nel migliore dei modi: i biancorossi sono riusciti ad ottenere solo 6 dei 21 punti disponibili, riuscendo a vincere ieri per la prima volta contro il Bournemouth, squadra alla prima esperienze nella massima serie inglese. La squadra di Hughes si trova in diciasettesima posizione, a sole due lunghezze dalla zona retrocessione.
Passiamo a Ivan Perisic; le partite disputate dal croato sono esattamente la metà di quelle giocate da Shaqiri in Inghilterra. L’ex Wolfsburg è stato buttato subito nella mischia alla prima occasione utile, cioè nel Derby, e da lì non è mai uscito dagli undici titolari, e disputando due di queste tre gare per tutti i 90 minuti, segno di una piena fiducia da parte dell’allenatore. Perisic non è ancora riuscito a realizzare né un gol, né un assist in nerazzurro.
Ora se si analizza un aspetto tattico, il lavoro svolto dal giocatore croato in queste prime apparizioni in nerazzurro è di enorme spessore ed utilità. Perisic è capace di svariare su tutto il fronte d’attacco. Proprio Mancini ha dichiarato che il giocatore croato può giocare esterno, seconda punta, trequartista e in caso di necessità anche il centravanti di riferimento. Questa duttilità nel reparto offensivo, non avrebbe mai potuta averla con in rosa il talento svizzero.
Inoltre la squadra del Mancio è composta da giocatori che fanno della fisicità la loro arma migliore. Sotto questo punto di vista, l’ex Basilea non sarebbe riuscito a trovare grandi spazi, mentre l’ex Wolfsburg riesce a portare alla squadra anche un buono spessore fisico.
Ovviamente bisognerà almeno attendere la fine della stagione per poter trarre qualche conclusione più precisa, anche perché per il momento entrambi non hanno ancora messo pienamente in luce le loro armi migliori, nella speranza che al termine del campionato, i tifosi interisti possano pensare che tutti i dubbi post-cessione di Shaqiri fossero completamente infondati.
This post was last modified on 27 Settembre 2015 - 17:04