Domenica al Ferraris si affronteranno Inter e Sampdoria, Mancini e Zenga e sarà una serata dal sapore amarcord, due leader in campo e fuori, due visioni del calcio e due percorsi simili e diversi al contempo.
Roberto Mancini è stato la bandiera, il leader ed il figliol prodico del presidente Mantovani e della Sampdoria per ben 15 anni, Walter Zenga è stato tutto ciò per la Beneamata per la bellezza di 14 stagioni.
Uno, il Mancio, serio, posato ma determinato, spigoloso, con una leadership innata e con le idee ben chiare, l’altro è l’Uomo Ragno, genio e sregolatezza, leader e guascone.
Il cammino del portierone nerazzurro si incrocia con i colori blucerchiati e con Mancini, già nel 1994, quando dall’Inter passa a difendere la porta della Samp e condivide lo spogliatoio con il numero 10 per due stagioni.
Ma l’amore, quello vero, è solo per l’Inter e da quando arriva ad essere allenatore, Zenga ha girato il mondo alternando fortune e sfortune ma da sempre non fa che ripetere che il suo sogno è guidare i nerazzurri, anche se ormai le possibilità che ci riesca sono ridotte al lumicino. Ma mai dire mai.
L’altro da calciatore come da allenatore è un predestinato, un vincente e, se vogliamo, un audace baciato dalla fortuna.
Domenica si incontreranno due storie, due caratteri e soprattutto due elementi dell’epoca d’oro del calcio italiano.
Il tutto sarà condito da tecnica, estro, agonismo e velocità dei protagonisti in campo come Eder, Icardi, Perisic, Muriel, Soriano e Felipe Melo e fuori dal campo a rendere il tutto più pepato sarà il vulcanico presidente Ferrero.
This post was last modified on 1 Ottobre 2015 - 13:34 13:34