E’ stata la settimana di Mauro Icardi: in occasione della presentazione del gioco per console FIFA 2016, del quale è testimone, l’attaccante argentino ha rilasciato numerose interviste. Oggi sono state pubblicate le sue parole dal settimanale SportWeek, il consueto inserto del sabato della Gazzetta dello Sport. Icardi si è soffermato soprattutto sul suo nuovo ruolo da capitano nell’Inter, svelando i retroscena della scelta di Mancini e la sua reazione a questo improvviso, ma non troppo, aumento di responsabilità:
“Sono stato scelto capitano perché lo scorso anno ho fatto un sacco di goal. Avevo letto qualcosa sui giornali, ma di ufficiale non ho mai saputo nulla. Mancini non mi diceva niente a riguardo, ma i suoi collaboratori ogni tanto facevano qualche battutina, perciò quando l’ho trovata al mio posto alla prima partita non sono stato sorpreso più di tanto”.
Tra Icardi e Mancini sembra essersi creato veramente un gran bel feeling:
“So che mi considera un giocatore di personalità e sa che faccio il mio lavoro con coscienza. Con la fascia sono maturato calcisticamente, ho più responsabilità in campo, ma come uomo sono già maturato tempo fa visto che vivo da solo da quando ho 15 anni”.
Così tanto maturo che la fascia di capitano non pare avergli fatto montare la testa:
“Non mi sento l’unico leader di questa squadra, sono uno che può dare il proprio contributo, soprattutto con i goal. Nello spogliatoio parliamo tutti, ci carichiamo a vicenda e io intervengo solo se ne vale la pena. Siamo già un gruppo molto unito e in campo si vede”.
Se dovesse avere problemi, però, la soluzione è già pronta in casa:
“Ovviamente Zanetti sarebbe la prima persona al quale mi rivolgerei se avessi problemi o qualche dubbio”.
Un Icardi sempre più coinvolto dall’Inter e con l’occhio e il cuore che vanno verso la sua Argentina:
“Con Messi come nel gioco? Solo con l’Argentina, ma ho raccolto solo una presenza due anni fa. In compenso a FIFA uso molto il Barcellona, mentre in passavo usavo l’Inter, era quella del Triplete”.