Oggi a spegnere le candeline è Stevan Jovetic, 26 anni dei quali, molti, vissuti sui campi da calcio. Una carriera da predestinato, un calciatore di estrema qualità, un fulgido esempio di classe ed eleganza. Tutte caratteristiche che, sin da subito, sono emerse in questa sua prima stagione nerazzurra, fortemente voluto da Roberto Mancini, che l’ha messo saggiamente al centro del proprio progetto tecnico-tattico.
Un acquisto forse sottovalutato, ma solo per una condizione e una struttura fisica che lo hanno spesso abbandonato nei suoi primi anni di carriera. Tanti infortuni, una stagione con zero presenze, problemi grandi e piccoli, ricadute. Si presentò a Milano con una maglietta con su scritto “Fragile”, subito oggetto di ironia e scherno da parte del popolo della rete che, come spesso succede, sbaglia nettamente. L’impatto del montenegrino nell’Inter è stato incisivo, lampante, evidente sin da subito, da quella prima giornata che lo ha visto, con una conclusione all’incrocio, far esplodere il Meazza ben oltre il novantesimo. Il buongiorno si è visto dal mattino e l’ex City ha bissato 7 giorni dopo con una doppietta al Carpi, prima di regalare una serie di prestazioni senza reti ma piene di gemme preziose e grande utilità per la truppa di Mancini. Una truppa scolpita nell’acciaio, colma di guerrieri, scudi e corazze granitiche, le quali hanno anche bisogno di un fioretto che sappia colpire, di un’arma alla quale servono pochi affondi per ferire l’avversario. E’ lui quest’arma, questo fioretto in grado di far ammattire le difese avversarie: Milan, Juventus, Roma, ogni match lo ha visto emergere tra i protagonisti principali e vincenti, le sue giocate hanno messo in crisi le squadre più blasonate di questo campionato, anche se solo per un’oretta.
Il suo unico problema, infatti, è la continuità nell’arco della stessa partita, una continuità che non deriva da una sua passiva partecipazione alla sfida, ma da quel sopraccitato fisico che non gli consente di essere sempre al massimo, quasi mai. Un mese fa, dopo l’infortunio accorso nel riscaldamento contro la Fiorentina, guarda caso unica sconfitta finora, si è parlato molto di alcuni suoi presunti difetti corporei, dai quali deriverebbero frequenti dolori e acciacchi. Una scocciante retorica che il ragazzo è stato bravo a mettere a tacere tornando subito in campo con la giusta mentalità e la solita necessaria qualità.
Dopo un’altra grande partita e un primo posto conquistato a pieno merito, si starà godendo un giorno di riposo meritato. Tra qualche giorno ci sarà una nuova partita e l’Inter farà ancora pieno affidamento su di lui, come sempre. Non sarà cambiato nulla, sono un anno in più. Per uno abituato a prendersi responsabilità fin da minorenne, non sarà di certo una grossa novità.