Mancini inizia ad uscire allo scoperto, scudetto come obiettivo dichiarato? Nel dubbio, è sempre meglio puntare al massimo perchè…

“Il nostro obiettivo è tornare in Champions, ma se a qualche gara dalla fine la nostra posizione rimarrà questa, proveremo anche a giocarcela per lo scudetto”.

E’ stata questa la dichiarazione, la prima dall’inizio della stagione, con la quale Mancini accoglie seriamente la possibilità di vincere il campionato. Finora il tecnico ha sempre ritenuto le avversarie dirette dell’Inter come maggiormente favorite nella lotta al Tricolore, cercando un po’ di smorzare i facili entusiasmi dei primi scoppiettanti mesi di stagione. Probabilmente sarà stata tattica, forse invece lo pensa ancora ora, ma finalmente l’ex manager del City fa capire pubblicamente di tenere in considerazione l’eventualità più bella, dorata, auspicabile dal popolo nerazzurro. I giocatori negli ultimi mesi sono stati più spavaldi e diretti, ultimi Murillo e Perisic quest’oggi, ma Mancini ha seguito la stessa linea che accomuna i suoi colleghi, da Sarri fino a Garcia e Allegri, che indicano, scaramanticamente e non, nelle altre compagini le vere corazzate da battere.

All’Inter farà bene questo accenno di spavalderia? Forse sì, perché avendo il massimo come obiettivo si è pronti a dare il massimo sempre, evitando rilassamenti imprevisti e indesiderati. La Lazio è stata l’esempio calzante di ciò. Tenere sempre alta l’asticella è fondamentale per ricavare ogni goccia di sudore e stilla di impegno dai singoli calciatori e dal gruppo intero. Dichiarare un obiettivo inferiore, seppur sempre complesso e fondamentale da raggiungere, può forse comportare un’inconscia serenità nello spogliatoio, soprattutto se le cose proseguono in maniera ottimale. Un’Inter prima, che continua ad affermare di ambire al terzo posto, può forse credere che perdere una partita non comporti un danno irreparabile. Un’Inter prima, che ambisce ad arrivare prima, sa di non poter inciampare mai. Un ragionamento che tutti gli addetti ai lavori smentirebbero, ma che implicitamente può trovar spazio nella mente di chi va in campo.

Mancini ha suonato dunque la sveglia, non a caso dopo lo scivolone interno prima della sosta. Si può vincere il campionato, a patto che vengano evitati cali di concentrazione ed errori grossolani. Il gruppo si unisce ancor di più, si motiva e si carica con una speranza nuova. Anno nuovo e vita nuova: il tempo del nascondino sta per finire. Le prossime partite ci diranno se è questa la strategia vincente.

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