La Gazzetta dello Sport spiega come l’Inter di Roberto Mancini, che guida il campionato dopo 18 giornate, ha già schierato ben 18 moduli differenti. Che si tratti di cambiare uomini o formazione, il Mancio cambia, cercando soluzioni spesso in relazione all’avversario da affrontare. Quando una squadra va bene, essere camaleontici è un pregio, quando va male diventa un difetto.
Mancini ha creato un’Inter forte, con una buona dote fisica, ma ancora non bellissima. Ogni settimana cerca di migliorare un aspetto, modellando la sua squadra per portarla dove vuole lui. Prima della partita con la Lazio si erano visti progressi sensibili, poi Lazio ed Empoli hanno rappresentato un passo indietro. Ma c’è stata anche la sosta di mezzo che certamente non ha aiutato. Il tecnico di Jesi è davanti ha tutte e sta avendo ragione, anche perchè, al di là dei tanti cambiamenti, si sono visti dei ritocchi che sembrano ormai punti fissi di questa squadra.
LJAJIC – Prendiamo ad esempio Adem Ljajic: Nell’ultimo impegno ad Empoli, il serbo è partito largo a sinistra, per poi scambiarsi spesso di fascia con il dirimpettaio Perisic. Nell’ultima parte del primo tempo poi, la mossa decisiva: Ljajic trequartista, o meglio regista avanzato, nel cuore del gioco dei toscani. In questa circostanza arriva il gol di Icardi. Questa mossa era stata già messa in atto a Napoli, dove ha avuto meno risalto vista la sconfitta.
PERISIC – L’ex Wolfsburg è arrivato come ala d’attacco. Nelle prime settimane è stato schierato in diversi ruoli: prima trequartista, poi anche esterno nel 3-5-2. dove ha sofferto molto (vedi Fiorentina e Marcos Alonso). Mancini sceglie quindi di riportarlo al suo ruolo naturale, liberandolo da compiti difensivi tattici, considerato che comunque si sacrifica sempre spesso in fase di ripiego. Da Allora 2 assist per Icardi e due gol contro Sampdoria e Palermo.
ICARDI – Il bomber nerazzurro sta tornando quello che conoscevamo. La verve realizzativa, la cattiveria in area di rigore, quella non glie la toglie nessuno. Sta venendo fuori però un Icardi come Mancini vuole, cioè un giocatore che nei movimenti, nel pressing, aiuti la squadra. Due momenti per analizzare been lo sviluppo di Maurito: il gol ad Empoli, da rapace d’area e i gol a Udine, dove i difensori bianconeri si sbagliano, ma lo fanno perchè è lui il primo a pressarli e cosi va in rete per due volte.
MEDEL – L’arrivo di Felipe Melo a fine agosto, esponeva un bel quesito in casa Inter: come far convivere Medel e Melo? Diverse partite ad inizio torneo in cui Medel ha giocato da difensore centrale, un po’ di turn over e ora la squalifica del brasiliano, e oggi ancora non sappiamo la risposta. Sappiamo però che Medel è diventato imprescindibile per Mancini. Ad Empoli, solito lavoro sporco in mezzo al campo. Schermo davanti la difesa, in un’Inter a tratti quasi schierata col 4-1-4-1, a inseguire Saponara per tutta la mediana orizzontale per limitarlo nella visione di gioco.
This post was last modified on 9 Gennaio 2016 - 09:52