I sentori della beffa c’erano tutti. Seculin, dopo Consigli e Belec, si improvvisava novello Neuer all’esordio in Serie A, il redivivo Pellissier si stava ritrovando la palla buona in pieno recupero, unico periodo della partita in cui il Chievo ha provato a fare qualcosa. Alla fine, per fortuna, si sono stretti i denti ed è tornata una fondamentalissima e importantissima vittoria. Dal 6 gennaio che non si gioiva, dal 5 dicembre che addirittura non si festeggiava al Meazza. Gennaio è finito, febbraio è iniziato e gli effetti si iniziano a vedere. Nel finale è comparsa una logica paura, ma i successi sono la miglior medicina per guarire e riprendersi, come l’inizio di stagione ci aveva fatto capire. Gioco, spirito, tre punti e il solito 1 a 0, ritrovato marchio di fabbrica. L’Inter rimette un mattoncino in quella costruzione un po’ crollata l’ultimo mese. I cocci sono ancora lì, basta mettersi a cercarli, senza ansia e con fiducia. Magari con la stessa formazione di stasera, che ci ha regalato un’ora abbondante di gran calcio e ottimo equilibrio. Bisogna accogliere le certezze che questa serata ci ha dato: un capitano trascinatore, un guizzante Eder, un affidabilissimo Telles, un Kondogbia che pian piano si ritrova.
Perché ora non bisogna strafare, ma soltanto avere la testa bassa e pedalare, per dimostrare che questo non è stato un fuoco di paglia. Anzi, il fuoco di paglia è stato quello durato un mese. Troppo lungo certo, ma ora che abbiamo azionato l’estintore, sarebbe bello non doverlo più utilizzare.