Prendete un Cubo di Rubik, comprate pezzi se non lo risolvete, girate e rigirate, ma dopo l’ennesimo tentativo senza grinta e cattiveria che succede? Buttate il gioco? Lo rompete? Lo regalate?
Ora prendete l’Inter: la difesa andava bene, non toccatela, il centrocampo non rende, provate a mischiare i fattori, Kondogbia, Medel, Melo, Brozovic, Perisic, Biabiany, metteteli in mezzo, impostateli come volete, quando siete vicini alla soluzione ecco che il cubo non si compone.
Poi l’attacco, Icardi, Palacio, Ljajic, Jovetic, provate il tridente, il trequartista, due punte o anche quattro attaccanti, poi non contenti aggiungete Eder. Qualcosa non torna, Mancini ha capito che quest’anno i primi risultati hanno illuso, ma ritornare sulla terra è brutto, anche doloroso, perciò la scossa e la soluzione al Cubo di Rubik serve a lui, soprattutto perchè tutti quei detrattori che per mesi criticavano la squadra quando era prima adesso stanno avendo tutto il materiale richiesto.
I nerazzurri ci hanno messo tanto nel rendere evidenti tutte le lacune che erano congenite nella rosa e che ora rischiano addirittura di essere amplificate visto che ogni squadra gioca ora con l’Inter sapendo di incontrare una squadra fragilissima, pronta a crollare alla prima difficoltà. Purtroppo tutti i piani stagionali stanno andando alle ortiche in un tempo da record ma, si sa, questo fa parte del dna ambiguo di questa squadra, sempre pronta a cadere nell’istante prima di spiccare davvero il volo.
La Champions ora dista 4 punti e con due squadre da superare: è come avere un Cubo irreparabile ma con una speranza, che quella fortuna, oggi dedicata al gol di Borja Valero su assist di Murillo e alla rete di petto di Babacar, si ricordi anche che esistono i nerazzurri, senza perder troppo tempo con Rubik o Mazzoleni. Perchè per quanto banale possa essere il ragionamento, la fortuna è uno dei fattori che più di tutti può aiutare ad uscire anche dai tunnel più interminabili e apparentemente infiniti.