L’avventura di Eder all’Inter non è cominciata nei migliori: voluto fortemente da Mancini per garantire quei goal che ultimamente sono mancati, l’italo-brasiliano non è ancora riuscito a trovare la sua prima rete con la casacca nerazzurra.
Ma in realtà, di colpe concrete l’attaccante ex Sampdoria non ne ha: nessuna clamorosa occasione fallita (ad eccezione, forse, di quella avuta nei primi minuti del derby), grande spirito di sacrificio che lo contraddistingue da tempo e soprattutto un ruolo non propriamente nelle sue corde. Nelle prime quattro partite con l’Inter, infatti, Eder è stato relegato esterno d’attacco, largo sulla fascia e lontano dalla porta avversaria, mentre alla Sampdoria il rendimento migliore lo ha avuto come punta centrale o al massimo nella trequarti sinistra d’attacco.
Fatto sta che fino a questo momento il suo apporto alla causa nerazzurra è stato inconsistente. E i numeri sono abbastanza impietosi: se alla Sampdoria Eder effettuava un tiro verso la porta avversaria ogni 43 minuti, con l’Inter invece la media scende ad una conclusione ogni 55 minuti. E ovviamente a risentirne è il tabellino che riguarda le reti segnate, fermo ancora a zero da quando veste la casacca nerazzurra.
Eder, inoltre, da quando è passato all’Inter effettua meno dribbling e si è abbassata anche la media dei dribbling riusciti, passata dal 37% di quando era alla Samp al 27% di adesso.
Insomma, i numeri parlano chiaro e dimostrano quanto in questo momento l’acquisto di Eder non abbia dato gli esiti sperati. Ma sabato c’è una sfida importante per l’Inter e particolare per lui, proprio contro la sua ex squadra, la Sampdoria: che sia la volta buona che riesca a sbloccarsi?