Il brasiliano Dodò è una delle note più positive della Sampdoria e sabato sera vivrà l’esperienza da ex contro l’Inter a San Siro per quella che per entrambe le squadre è una gara molto importante e delicata per i rispettivi obiettivi. Ai microfoni di Repubblica, edizione ligure, il terzino brasiliano racconta il suo ambientamento in blucerchiato: “Avevo bisogno solo di giocare con continuità, sono stato troppo tempo fermo. So che nelle prime partite con la Samp non sono stato perfetto, ma ora mi sento bene. Di solito a gennaio si prendono giocatori già pronti, i dubbi su di me erano legati soprattutto a questo”.
Dodò, che emozioni sta sentendo nella settimana che precede il match contro l’Inter? “Sono molto tranquillo, cerco di non avere pressioni per provare a dimostrare qualcosa a qualcuno. Io penso solo che dobbiamo conquistare punti, con Mancini non ho avuto alcun problema. Solo dopo gli interventi al ginocchio ho perso spazio ed era giusto andare dove avevo possibilità di giocare”.
Tutte e due le squadre sono in crisi… bisogna aspettarsi 22 uomini terrorizzati? “Normale che ci sia un po’ di tensione, sono momenti delicati. Ma dal fischio d’inizio in poi si gioca a mille”.
La Sampdoria ultimamente non sta proprio giocando a mille. “Parlo da quando sono arrivato io, secondo me abbiamo raccolto davvero poco rispetto a come abbiamo giocato, fra Bologna Torino e Roma siamo stati molto sfortunati negli ultimi minuti. E con l’Atalanta magari non abbiamo dato spettacolo, ma abbiamo fatto una gara di enorme sostanza e soprattutto non abbiamo subito gol che per noi è importante”.
Si dice che Dodò possa giocare solo con la difesa a tre perché non sa difendere.. “In realtà ho sempre giocato a quattro prima di incontrare Mazzarri all’Inter. A me piace più attaccare, è vero, ma in Italia in questi anni ho imparato a difendere. E poi è vero che con la difesa a tre posso stare più vicino alla porta avversaria, ma ci sono sempre le diagonali difensive che soprattutto nel campionato italiano hanno un valore essenziale perchè c’è molto tatticismo”.
Ci ha messo poco a diventare titolare: “Montella mi ha fatto giocare appena c’era la possibilità. Avevo messo in preventivo che all’inizio ci sarebbe voluto un attimo di tempo per l’ambientamento ma ero fiducioso che avrei avuto possibilità di giocare con continuità. A Bogliasco mi hanno tutti accolto bene”.
Pure l’altro interista Ranocchia ha fatto fatica all’inizio: “Andrea ha avuto ancora meno tempo di me per ambientarsi, non è stato facile ma ora si è ripreso molto bene”.
Genova le piace? “Mi sembra molto bella, c’è il mare, ma non l’ho praticamente vista, sono arrivato da poco e c’è stato un infrasettimanale di mezzo, poi la sera non esco molto”.
A chi si ispira? “Mi piacerebbe ripetere la carriera di Evra. Ha vinto tutto e a 34 anni gioca come quando ne aveva 20, si vede che ha la testa giusta e mi piacerebbe arrivare ai suoi livelli”.
Lei è in prestito secco, significa che dopo questi sei mesi a Genova se ne tornerà a Milano.. “Nel calcio non si sa mai, per ora ha un contratto con la Samp fino a giugno. Sino a fine campionato farò il meglio qui per cercare di raggiungere gli obiettivi che la squadra si è prefissata e dare il mio contributo alla causa”.
This post was last modified on 18 Febbraio 2016 - 15:34