23 anni. 51 goal in 111 partite. Due maglie. Una fascia. Ma anche una storia travagliata, fatta di gossip, tradimenti, presunta immaturità e tante responsabilità. Mauro Icardi oggi compie gli anni e festeggia un compleanno sicuramente un po’ triste, serrato nel ritiro di Appiano Gentile, con Wanda e figli sentiti solo al telefono per gli auguri. Per carità, nulla di grave, ci sarà tempo e modo di recuperare. Il problema vero è proprio il ritiro stesso, frutto di una situazione calcistica pessima, con la sua squadra, di cui è capitano, impantanata in una situazione pessima. Dal primo al quinto posto, con due sole vittorie in poco più di un mese e la bruttezza di 6 punti guadagnati su 6 giornate del girone di ritorno. Il primo compleanno con fascia addosso lo immaginava diverso, soprattutto quando poco più di un mese fa segnava a Empoli il goal che permetteva alla sua squadra di avvicinarsi al titolo di campione d’inverno. Sembra una vita fa. Nel mezzo ci sono state un po’ di panchine, le critiche del suo allenatore, il rigore del derby, il ritorno al goal. Fino a una settimana fa si lodava la sua spietatezza sotto rete, ora si disucte di nuovo della sua poca capacità di partecipare alla manovra. 23 anni e il compito di dover dimostrare di essere adatti, all’altezza, in grado di farcela. Perché non basta aver fatto così tanti goal, in giovane età e con maglie prestigiose per scrollarsi di dosso le perplessità della gente. Ha iniziato proprio alla Samp, avversaria di domani, segnando all’esordio in B e in quello da titolare in A, nel derby della Lanterna. Mica male. Soprattutto se poi aggiungi tre goal alla Juventus e quattro in una sola partita. Ed è già doppia cifra.
Il cambio di maglia arriva, l’Inter è una delle sue squadre preferite e lui inizia alla grande, con goal alla Juventus. Cosa volere di meglio? Magari un po’ di serenità, perché gli infortuni lo limitano e fino a marzo non vede mai il campo da titolare. Una volta lasciatosi i problemi alle spalle chiude la stagione alla grande e si candida a perno per il futuro. Promessa mantenuta, visto che l’anno dopo segna 22 goal tra due allenatori e si laurea capocannoniere. Però l’Inter chiude ottava e lui è chiamato a dare di più. Quest’anno è a quota 10, il numero dell’anno scorso è lontano e l’Inter ristagna in acque poco tranquille. L’obiettivo però è lì a poca distanza e sarà raggiungibile solo grazie ai suoi goal.
Più si hanno possibilità e più si chiede di dimostrare qualcosa. Da un grande potere derivano grandi responsabilità. Tradotto in gergo calcistico, da un grande attaccante si pretendono goal e risultati e lui ha dimostrato che non mancano né le qualità, né tanto meno il carattere, per fare in modo che ciò accada. Con la speranza di festeggiare a dovere domani sera, tanti auguri capitano!