Ebbene sì, siamo punto e a capo. Arriva sempre, puntuale come lo scoccare della mezzanotte, il momento della stagione in cui si giunge al capolinea. Fine dei giochi, fine delle speranze e soprattutto fine delle illusioni che, mai come quest’anno, sono state tante anzi fin troppe. Passare in meno di due mesi dal primo al quinto posto in classifica è qualcosa che forse ha pochissimi precedenti nella storia del nostro campionato.
Del resto si chiama Pazza Inter proprio per questo, per la sua vena folle e spesso irrazionale che è in grado di portarla sulla Luna e nel baratro. Peccato che siano ormai cinque le stagioni pressochè disastrose in cui ogni progetto, ogni idea di gioco e ogni speranza di emulazione del passato (nemmeno troppo lontano) è andata a farsi benedire con troppo anticipo. Prima era Pazza Inter perchè poteva rimontare due reti di svantaggio nel recupero, adesso è Pazza perchè regala in ogni partita rigori, assist e reti agli avversari che spesso quasi increduli si trovano a camminare sul tappeto rosso steso gentilmente dalla truppa di Mancini.
“Ma è ovvio che all’Inter manchi un gioco, serve un regista”. Vero, assolutamente. Il gioco latita soprattutto per la mancanza di qualità in mezzo al campo ma il problema vero è un altro. All’Inter manca anche tutto il resto. Insieme ai risultati sta mancando ogni fattore che deve essere colonna portante di una squadra che almeno ambisce a essere vincente: fantasia, cattiveria, agonismo, concentrazione. Ormai non c’è niente di tutto ciò e il problema è che il tunnel sembra non essere ancora finito. E mentre in casa nerazzurra si pensa al reale colpevole di questa crisi, al prossimo colpo estivo o al futuro della presidenza, gli altri corrono. Corrono e fanno punti. La Champions League è ormai un miraggio e l’Europa League (anzi i preliminari) sembra alla portata solo per la distanza per ora (da sottolineare, per ora) siderale della settima in classifica.
Allora verrà un nuovo Anno Zero, un nuovo inizio e forse anche un nuovo progetto da cui (magari) ripartire. Nel frattempo resteranno la tifoseria, la maglia e si spera la dirigenza. E gli altri? Impossibile saperlo: ai posteri, e al mercato, l’ardua sentenza. A questo punto il “Game over” sembra essere più che manifesto e forse soltanto un ultimo rimasuglio d’orgoglio di chi indossa la casacca nerazzurra potrebbe anticipare il “reset” alla stagione in corso, quantomeno per ripartire in qualche modo e concludere in maniera degna l’ennesima fallimentare stagione.
This post was last modified on 29 Febbraio 2016 - 19:06