Nella partita di ieri, al minuto 82, è entrato Alvaro Morata, ormai prima alternativa dietro gli insostituibili Mandzukic e Dybala. Due minuti dopo era sul dischetto per segnare il gol del due a zero, dopo esserselo procurato su ingenuità di Miranda. L’esultanza, mix di rabbia e felicità, che neanche in finale con il Barca quasi un anno fa, è un piccolo esempio per spiegare cosa distingue Inter e Juventus in questo momento.
Prima della differenza di tasso tecnico, prima della forza evidentemente superiore e prima del gruppo consolidato della squadra torinese, c’è lo sguardo che fa la differenza. I giocatori della Juve dimostrano una voglia, una spinta in più, un’emotività legata al dare tutto per la maglia che indossano e tutto ciò si vede dagli occhi, da come affrontano anche mentalmente la partita, con una convinzione e una sicurezza decisivi. E’ tutto questo che porta una squadra tecnicamente buona ma non eccezionale come le big europee, quasi a quel livello, e a dominare in Italia. Affrontare una squadra così, diventa più difficile se i tuoi giocatori sembrano, dopo mesi insieme e un periodo negativo, ancora completamente spaesati. L’ingresso di Morata ieri, è da prendere da esempio dai giocatori nerazzurri, da chi parte titolare e da chi entra a partita in corso.
In due partite allo Juventus Stadium, tra la Coppa Italia e il campionato, l’Inter ha trovato solo 5 tiri nello specchio (ieri il primo al 90esimo). Un dato che è solo l’ultimo tra i dati negativi delle due partite ma tra i più rappresentativi. Sembra davvero esserci poca convinzione nei propri mezzi, poca capacità di reagire ad uno svantaggio, in uno scontro che da sempre rappresenta il match con più rivalità in Italia. Ieri la Juventus dopo l’1 a o ha arretrato molto il baricentro, con l’Inter schierata con il 4-4-2 a cercare spazi per affondare. Un giro palla sterile, ma mai una conclusione, neanche da fuori, con nessuno che provava a prendersi una responsabilità e a suonare la carica. I bianconeri, con il coltello tra i denti, hanno chiuso tutti gli spazi e solo Ljajic ed Eder hanno confezionato un’occasione nel finale, ma diciamo anche che sul 2 a 0 vale un po’ meno.
In Coppa la partita si mise peggio, con Murillo espulso e forse la convinzione che ormai la qualificazione fosse compromessa. Poi però si sentono dichiarazioni di diversi tra giocatori e staff tecnico che dicono di credere nella rimonta. Se anche per assurdo fosse un modo per provare a spaventare gli avversari, a caricare l’ambiente parecchio sfiduciato, basterebbe poi guardare negli occhi i giocatori nerazzurri che scendono in campo per tornare alla realtà. Iniziamo a cambiare questo aspetto, che poi gli altri possono migliorare di conseguenza
This post was last modified on 29 Febbraio 2016 - 16:04