Una partita con la Juve, partendo sotto 3 a 0, pareggiata e portata avanti fino al 120esimo, toglie energie fisiche prima e mentali poi. Il rischio crollo in casa Inter ieri era dietro l’angolo, considerato che alla fine lo sforzo di mercoledì è stato anche inutile ai fini del passaggio del turno, aspetto che poteva compromettere la stabilità della squadra.
Quello che andava emulato però della sfida di Coppa Italia era l’intensità e la voglia. Perchè prima dello sforzo fisico, della bravura tecnica, c’è la concentrazione, la testa a fare la differenza. La squadra di Mancini, nonostante sette undicesimi fosero confermati dal match con la Juventus, ha messo in campo la grnita e la cattiveria giusta. Ha azzannato la partita, con due gol nella prima mezz’ora (mai successo finora) e dimostrato come quello visto 4 giorni prima, non fosse stato per nulla un caso.
Perisic forse è l’emblema: mercoledì al 116esimo minuto, dopo una partita passata a macinare chilometri sulla fascia, ha ancora la forza di correre palla al piede 30 metri, saltare l’uomo e arrivare sul fondo per il cross. E cosi come ha finito mercoledi, ha ripreso ieri, dal primo all’ultimo minuto. Una capacità di corsa ma anche la lucidità utile in alcuni momenti, sono la fotografia dell’Inter attuale. Corsa e sacrificio ma tanta quantita e qualità offensiva.