Il tecnico Roberto Mancini ha rilasciato un’interessante intervista ai colleghi di Calciomercato.com dove ha parlato di tutto, partendo da quell’Inghilterra nella quale ha vinto il titolo con il Manchester City all’ultimo minuto dell’ultima giornata e che ora vede un altro allenatore italiano in cima alla Premier.
Lei è uno dei due tecnici italiani ad avere vinto la Premier assieme ad Ancelotti, per di più ha realizzato l’impresa di riportare il titolo al City dopo 44 anni. Adesso in testa c’è Ranieri: come guarda alla cavalcata del Leicester, che tra l’altro è la squadra in cui ha chiuso la carriera da calciatore?
“Mi fa impressione quanto sta facendo Ranieri proprio perché ho giocato a Leicester e conosco quella realtà. Adesso la squadra è certamente più forte di allora, ma vincere là è davvero complicato. E mi fa particolare piacere che in panchina ci sia Ranieri, perché merita una grande soddisfazione e se riuscisse a vincere la Premier con il Leicester farebbe qualcosa di grandioso. Da quando ci ho giocato sono tifoso del Leicester, a maggior ragione lo sono adesso che Ranieri sta realizzando un’impresa così grande”.
La Premier le è rimasta nel cuore: perché? E pensa di tornare là ad allenare, un giorno?
“La Premier è bella perché si vive il calcio senza quello che accade in Italia dopo una o due sconfitte oppure dopo una o due vittorie, e perché gli stadi sono sempre pieni. Credo che sia la massima espressione di una partita di calcio. I tifosi la vivono come devono, i giocatori lo stesso. Avere vissuto un’esperienza così, avere vinto una Premier e una FA Cup, per me è qualcosa di estremamente bello”.
In Premier sta arrivando Guardiola e, a quanto pare, questo segnerà la partenza dal City di Yaya Touré, un giocatore che l’estate scorsa è stato vicino all’Inter. Potrebbe tornare d’attualità il suo nome per il vostro mercato?
“Non so cosa accadrà al City, perché ha tantissimi giocatori ed è una grande squadra ormai da quattro o cinque anni. Anzi direi che è la squadra più forte della Premier, indipendentemente dal fatto che vinca o meno. Touré è un grandissimo calciatore, come il City ne ha tanti, ma non so cosa accadrà”.
Lei ha già detto che crede molto nella possibilità di arrivare in Champions quest’anno. Ritiene che il percorso di crescita dell’Inter debba portare i nerazzurri a lottare per lo scudetto nella prossima stagione?
“Quando si inizia un nuovo percorso come sta succedendo a noi, prima di tornare al vertice si possono passare momenti belli e altri più difficili. Quest’anno noi siamo stati in testa quasi tutto il girone d’andata, quindi significa che qualcosa di buono l’abbiamo fatto. Ora abbiamo un obiettivo, che è quello che avevamo all’inizio: siamo ancora in ballo, sappiamo che non sarà semplice ma faremo di tutto per centrarlo. Poi vedremo cosa accadrà il prossimo anno, di sicuro la squadra migliorerà, con il tempo ci accorgeremo se saremo in grado di lottare con chi oggi ha ancora più di noi”.
Ci sono state settimane nelle quali lei è stato molto criticato, anche in modo pesante. C’è qualcosa che l’ha ferita?
“Non leggo i giornali, in tv guardo solo le partite… Con tutto il rispetto che ho per il lavoro dei giornalisti, non mi faccio grandi illusioni quando gli elogi sono straordinari com’è capitato all’inizio della stagione né mi creo problemi quando arrivano invece le critiche, nemmeno quando sono offensive”.
Anche alcuni suoi ex colleghi calciatori sono stati pesanti con lei…
“Sì, ma parlare è facile. Facilissimo. Capisco anche questo, non costa niente parlare e nessuno il giorno dopo gli dice: guarda, hai detto questo ma non è proprio la cosa esatta… Fa parte tutto del circo del campionato italiano, noi viviamo di queste cose, le polemiche… A noi piace comportarci così… Poi l’Inter è una grande squadra, perciò quando c’è qualcosa che non va le critiche arrivano”
Si parla molto di lei in Nazionale e giustamente questa idea la inorgoglisce. Ma davvero ci può essere un futuro in azzurro per lei, visto che in quell’ambiente pesa moltissimo un personaggio come Lotito, con cui non ha un buon rapporto?
“Lotito è presidente della Lazio, non c’entra niente con la Federazione… Solo per chiarire le cose, eh? Il presidente federale è uno, lo conosco perché l’ho incontrato un paio di volte. Non ci conosciamo benissimo, ma tutti quelli che dicono che ho problemi con lui, sbagliano: non ho mai avuto nessun tipo di problema. Per il resto, come per tutti gli allenatori italiani, se un giorno dovesse arrivare la chiamata della Nazionale potrebbe essere il coronamento di una carriera: dopo avere passato tanti anni in grandissime squadre, finire con l’Italia sarebbe un grande onore. Anche perché un’occasione del genere non capita a tutti e non capita sempre”.
This post was last modified on 10 Marzo 2016 - 14:58