Un’altra stagione sta passando e a meno di miracoli e combinazioni astrali straordinarie sarà stato un altro anno sofferto, che nonostante abbia regalato qualche palpitazione e qualche gioia, non porterà risultati soddisfacenti e sarà stato ben al di sotto di sogni e aspettative.
I sogni erano quelli di gloria di un tempo che fu, sospinti anche da un ottimo e insperato avvio di stagione, le aspettative erano quelle di un sereno terzo posto con ingresso nell’Europa dei grandi, ma entrambi si sono infranti contro la realtà.
Quello che più spaventa ed atterrisce i tifosi nerazzurri è il futuro immediatamente prossimo e solo un pensiero frulla nelle loro teste: “Ed ora che succederà?”.
All’orizzonte (neanche troppo lontano) si intravedono e si sentono elencare scenari di ridimensionamento (ma poi ridimensionare che cosa?), di bilancio da salvare, di partenze illustri e di sogni infranti.
Quel che preoccupa non sono le battaglie perse e neppure il dover ricominciarne un’altra, l’ennesima, perché tutto ciò fa parte del dna interista.
Chi ha nel cuore l’Inter è pieno di cicatrici dovute alle battaglie, le porta fiero ed è orgoglioso di successi ed insuccessi, perché il sale di quella fede è il non piegare la testa davanti ai potenti, è il piacere nel sentire il “rumore dei nemici”, è la fierezza di lottare soli senza mai arrendersi, per poter dire alla fine di non aver sofferto invano.
Quel che vorrebbero i milioni di nerazzurri è continuare ad inseguire sogni.
Vogliono a tutti i costi credere alle favole, non alle balle, ma alle favole, quelle a lieto fine.
Quel che non vorrebbero è l’incertezza, è il non sapere di chi potersi fidare e di chi no (in battaglia i compagni sono fondamentali e sono uniti fino alla fine), il non sapere se il presidente sarà presidente o lascerà perché in fondo della Beneamata non ha capito nulla, se l’allenatore sarà ancora il condottiero o sceglierà altri lidi, se i campioni o comunque i portacolori più forti e più rappresentativi continueranno a sudare per la maglia o si lasceranno abbindolare dal vil denaro.
In poche parole si vuol sapere se chi sono genti loro di loro oppure no.
Non si vogliono vedere nuove rivoluzioni, non si vogliono ascoltare nuovi vacui proclami e promesse mai mantenute, non si vuol neppur pensare di azzerare tutto e non si può ragionare su nessun ridimensionamento, perché i sogni non si ridimensionano, al massimo si coltivano.
Il sognatore, irrealista e romantico tifoso interista vorrebbe solo credere alla favole.
This post was last modified on 24 Giugno 2017 - 11:29