Obiettivamente la stagione è sotto le aspettative, l’obiettivo dichiarato Champions è andato alle ortiche e bisognerà stare attenti e lottare fino in fondo per salvare il quarto posto, perché neppure quello è sicuro e garantito, anzi.
Un po’ di delusione e di rassegnazione sono comprensibili nel mondo Inter, ma non tutto è negativo.
In un percorso di crescita, di rilancio e di realizzazione seria di un progetto, la strada da percorrere è lunga, complessa e piena di imprevisti oltre che di ostacoli. Quindi se non si smantellerà tutto, non si faranno ennesime rivoluzioni e se la guida tecnica rimarrà la stessa, si può vedere il bicchiere mezzo pieno.
Come ha detto lo stesso Mancini pochi giorni fa, la base ora c’è e si vede, ora si dovrà costruire il resto.
Come base si può prendere ad esempio il possesso palla, la maggior sicurezza nel cercare di imporre il proprio gioco con maggior sicurezza, ma soprattutto alcuni giocatori, in parte scoperti, in parte ritrovati.
La mancanza di grande qualità a centrocampo spesso si palesa, soprattutto nei momenti più critici dei match, ma le qualità di Brozovic e Kondogbia possono far sorridere e ben sperare. Il croato si sta rivelando un giocatore completo, duttile e in rampa di lancio e non è fantasia poter affermare che se continua così (e la smette di piacersi così tanto) possa diventare uno dei migliori in Europa.
Quello che infastidisce è non riuscire a spiegarsi perché, seppure il giocatore possa ricoprire più ruoli, abbia un’ottima visione di gioco, una buona corsa e dei piedi discreti, se si trova più a suo agio in un centrocampo a due o a tre, Mancini debba farlo ruotare come una trottola per tutto il campo, passandolo da centrocampista, a trequartista ad ala. Vanno bene le sperimentazioni, ma è fine aprile…
Il colosso francese inizia a zittire critici e scettici e sta dimostrando tutto il suo valore, sta dando ragione ad Ausilio ed il Mancio che hanno creduto molto in lui e l’anno prossimo, forse, rischia di far davvero divertire.
Su Icardi è inutile spendere altre parole, è il capitano, è un killer, non se ne vuole andare e sarà il futuro dei nerazzurri. Perisic sta ripagando le aspettative, è un giocatore di sostanza, di qualità e di sacrificio. Un vero gladiatore con i piedi vellutati ed il giusto istinto del solista. Murillo è un grande investimento e ciò che soprattutto lascia ben sperare sono gli enormi margini di crescita che il ragazzo ha.
C’è però un valore che sicuramente supera le aspettative, va al di là di semplici affrettati giudizi e stupisce per la semplicità. Si tratta di Joao Miranda. Innanzitutto bisogna ammettere che è umano, gli capita di sbagliare anche a lui, ma sono stupefacenti la sua forza, la sua esperienza, il suo senso della posizione e la sua sicurezza. Anche nella partita contro il Genoa è stato uno dei migliori in campo, mai una sbavatura, sempre nel posto giusto al momento giusto, sempre in anticipo, supera di forza e velocità ragazzi di 10 anni più giovani di lui e dirige il reparto in solitaria.
Anche gli addetti ai lavori ed i telecronisti non possono far altro che ammettere le sue qualità, ribadendo che si tratta di un giocatore di un’altra categoria, ma non solo in Italia. Si potrebbe paragonare ai più grandi e di certo non sfigurerebbe. Insomma una vera perla in un reparto che fino allo scorso anno faceva ammattire.
Non è certo tempo di trionfalismi ma sicuramente c’è più di un motivo per vedere il bicchiere mezzo pieno.