Lazio e Inter, dall’inizio del millennio, sono state protagoniste di varie trattative di mercato, molte delle quali lunghe e travagliate. Massimo Moratti spesso è andato a pescare nel bacino biancoceleste, spinto soprattutto da Roberto Mancini, che da Roma passò per la prima volta a Milano come tecnico e che volle molti giocatori che, con lui, avevano condiviso l’avventura nella Capitale. Storie di allenatori, ma anche di presidenti, dai magnati Cragnotti e Moratti, fino a Lotito e Thohir, più oculati e attenti agli equilibri di bilancio.
Equilibri o meno, per accontentare Mazzarri, il tycoon decise di acquistare per 20 milioni il profeta Hernanes nel gennaio del 2014. Si tratta dell’ultima operazione tra le due parti, con Lotito che guadagnò un bel gruzzolo e il brasiliano che trovò la sua vendetta nella doppietta all’Olimpico della scorsa stagione. Il percorso dell’ex San Paolo non è stato però brillante e continuo sul Naviglio come lo era stato sul Tevere, perciò dopo un anno e mezzo la sua avventura si è spostata a Torino. Tutto però partì con Vieri e Simeone nell’estate del 2009: Moratti acquista il bomber per 90 miliardi, cifra che comprende anche il Cholo, che a Roma troverà lo scudetto agognato e segnerà pure nel giorno del funesto 5 maggio. Per Vieri tanti tanti goal, ma un rapporto finito male sia con la società che con la tifoseria. Passano tre anni e Moratti si porta a casa Crespo da una Lazio che non ha più la dovuta forza economica per competere con le big del Nord: l’argentino il primo anno non entusiasma
Con Mancini iniziano i valzer continui da una parte all’altra: sei mesi prima lo aveva anticipato il sempre fedele Stankovic, che preferì senza dubbi l’Inter alla Juventus, mentre poi lo seguirono i vari Favalli, Mihajlovic, Cesar, voluto con grande insistenza, e Veron, che non fu acquistato direttamente dai capitolini, ma che era stato compagno di Mancini-giocatore e si era reso un’icona del recente passato trionfale dell’Aquila. Di quella squadra che vinse lo scudetto nell’anno del giubileo fece parte pure l’ala portoghese Sergio Conceicao, che dopo lo scudetto sbarcò per una stagione a Parma, prima di passare un paio di stagioni non troppo memorabili con Hector Cuper e fare poi di nuovo ritorno nell’amata Roma, dove ormai aveva finito la benzina sulla sua fascia destra.
La storia recente, oltre a Hernanes, ci ha regalato il nome di Mauro Zarate, preso in prestito oneroso nell’ultimo giorno di mercato dell’estate del 2011, ma non riscattato l’estate successiva per il prezzo di cartellino risultato troppo elevato. Da non dimenticare, invece, come anche il Triplete abbia avuto un proprio prezioso tassello dalla Lazio: Goran Pandev nel gennaio del 2010 si libera infatti dalla Lazio dopo una contesa legale che lo ha visto vincitore e va a vincere anche sul campo, rendendosi un’arma micidiale per il 4-2-3-1 di Mourinho, tutto qualità e sacrificio. Arma micidiale che invece non è stata affatto Tommaso Rocchi, giunto con Stramaccioni ormai al capolinea della carriera. Storie numerose e molto diverse, che in futuro potrebbero aumentare: Candreva e Biglia da una parte, Ranocchia dall’altra, l’autostrada Roma-Milano non sarà mai disoccupata.
This post was last modified on 1 Maggio 2016 - 14:19