Intervistato da La Repubblica, Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza Pirelli e Telecom, è tornato ancora una volta a parlare di Calciopoli, anche in virtù che fu proprio lui ad essere uno dei primi ad avere in mano le famose intercettazioni che hanno poi stravolto il mondo del calcio italiano dal 2006 in poi.
C’è ancora chi ritiene che Calciopoli sia scoppiata su mandato dell’Inter e che sia stato lei a selezionare e a dare ai pm di Napoli le telefonate dell’inchiesta.
“Una ricostruzione folle. Nei mesi caldi delle intercettazioni, io già non ero più in Telecom: ero in Romania per la Pirelli. Ed era già stata fatta la prima perquisizione nell’inchiesta sulle vicende in Telecom. Vicende nelle quali non è mai stata trovata alcuna intercettazione abusiva, o abusivamente utilizzata. È invece vero che l’Inter avrebbe potuto far scoppiare lo scandalo molti anni prima. E non lo fece”.
“Il grande prologo di Calciopoli. Di cui si è parlato spesso ma raramente in maniera corretta. Facchetti era dirigente dell’Inter. Nucini, arbitro di Serie A. Era il 2001. L’Inter di Moratti, ancora scottata da episodi come quello del famoso fallo di Iuliano su Ronaldo, era frustrata. ‘Sentiva’ che c’era qualcosa di strano, di extra-sportivo nelle mancate vittorie, ma non sapeva cosa. Poi un giorno arrivò Nucini e gli disse che era tutto vero”.
Come andò?
“Era a fine carriera, cercava una sistemazione per il futuro e raccontò tutto. Durante numerosi incontri raccontò di come era stato avvicinato da De Santis. Raccontò di un incontro con Moggi in un albergo alla periferia di Torino dove era stato condotto con modalità da spy story. Disse delle offerte che aveva ricevuto. E illustrò il funzionamento del sistema. Dal punto di vista psicologico la cosa ebbe un impatto notevole su Moratti, che era così disperato per le mancate vittorie che poco prima aveva provato a portare Moggi a Milano… Fatto sta che mi chiamano. E dopo una prima indagine trovo conferme al racconto di Nucini. Moratti è a un bivio: scelta a), la più efficace, mandare tutto a un nucleo investigativo, attribuendo a Facchetti, che aveva registrato quelle conversazioni, il ruolo di fonte confidenziale; scelta b), fare un esposto generico ai pm. Scelse la b. Disse che non voleva ‘rompere il giocattolo'”.
Cosa intendeva?
“Non lo so. Allora pensai che temesse enormi danni al calcio italiano, oltre che a Facchetti. La denuncia la fece lo studio legale Mucciarelli, e il fascicolo andò all’ottima Ilda Boccassin”.
Che però non ne fece nulla.
“L’esposto era molto generico. Lei chiamò Nucini che non confermò quanto detto a Facchetti, e tutto finì archiviato”.
This post was last modified on 1 Maggio 2016 - 19:23