Si ritorna in Europa, non quella che conta, cioè la Champions League, ma il quarto posto vale qualcosa in più rispetto ad annate di magra dove al massimo arrivavano i preliminari della vecchia Coppa Uefa.
E’ la miglior stagione degli ultimi 5 anni, ha ragione Mancini, ma quanti rimpianti per ciò che poteva essere ma non è stato, quanti punti persi con le piccole per errori di valutazione nella lettura della partita.
Dalla parte dell’Inter mettiamo la storia, il primo ciclo vincente di Mancini arrivò con la vittoria della Coppa Italia, ora invece che sia l’Europa League, dai gironi e non dai preliminari, cosa fondamentale, a gettare le basi per colmare quel gap con la Juve che a detta del Mancio è incolmabile.
Però il Mancini allenatore si conosce, non costruirà un’Inter sapendo che non può vincere, non è nel suo dna e non lo è nel sangue dei nerazzurri, pochi ritocchi e nuova mentalità, la stessa avuta con Napoli e Roma, poi si vedrà, con l’Europa League da prendere esempio con il Liverpool di Klopp, non è una coppetta ma è l’ingresso verso l’Europa che conta, iniziando a colmare la distanza dalle avversarie.