25 Maggio 2005. Una data particolarissima che i tifosi milanisti, non tutti ma sicuramente qualcuno, non ha ancora metabolizzato. Giocatori rossoneri che a distanza di anni hanno dichiarato di vedere ancora i fantasmi aleggiare su quella notte cosi’ nera che è diventata difficile da spiegare anche a mente fredda. Quei 6 minuti in cui ogni pronostico è stato spazzato via da una logica difficile da controllare e manovrare e che ha visto un epilogo quanto mai tragico per i colori rossoneri.
Si gioca la finale di Champions League tra Milan e Liverpool nella cornice di Istanbul. Due squadre diametralmente opposte in termini di qualità e abitudine a giocare manifestazioni di questo livello quando si parla di ultimi atti in palio. La storia e la tradizione del Milan di Carlo Ancelotti contro la verve dei ragazzi di Rafael Benitez. Una gara apparentemente facile perchè quel Milan era una squadra che raramente arrivava impreparata a questo tipo di appuntamenti, mentre il Liverpool era un team tosto ma con giocatori alla loro prima finale della loro storia e un avversario come era quello dei rossoneri non certo tra i più facili da affrontare.
Avvio complicatissimo per i Reds, capitan Maldini va in gol al primo minuto aprendo spazi e creando preoccupazioni al Liverpool. Inglesi incapaci di reagire da una parte e una squadra pronta a non perdonare dall’altra. Kaka’, in odore di Pallone d’Oro, si fa paladino e conduce tutte le azioni rossonere con la maestria del fuoriclasse. Il brasiliano e’ scatenato e manda in gol per ben 2 volte Crespo prima dell’intervallo. C’e’ solo una squadra in campo, il Milan domina la scena e il primo tempo finisce 3 a 0. Tifosi scatenati che, presupponendo caroselli fino all’indomani mattina, iniziano a dirigersi verso piazza del Duomo.
Minuto 60′: Milan e Liverpool sono 3 a 3. In 6 minuti i Reds vanno a segno tre volte con Gerrard, Smicer e Xabi Alonso in quello che mai si era visto in una finale di Champions League. Gara tornata clamorosamente in equilibrio e che rimarrà cosi’ fino al 120′. Nel mezzo un doppio miracolo di Dudek su Shevchenko al 118′ su quello che ha sancito un destino crudele per i rossoneri già prima della lotteria dei rigori.
Dal dischetto Pirlo, Serginho e Shevchenko sono ipnotizzati dal portiere ceco mentre gli inglesi, ad eccezione di Riise, vanno sempre a bersaglio consumando un epilogo come una delle serate piu’ nere della storia del Milan. Un Duomo di Milano rimasto con l’urlo strozzato in gola, migliaia di bandiere portate a casa arrotolate. Mille pensieri ed altrettante delusioni in testa. Pensieri opposti e festa assoluta per l’altra parte della metropoli in uno dei giochi più crudeli che si possa esistere quando si parla di sport: ovvero rimanere inermi davanti ad uno sfotto’ nella quale non hai carte in regola per venirne fuori.
Il Milan si vendicherà due anni più tardi grazie alla doppietta di Filippo Inzaghi ad Atene, una vendetta parziale perchè Istanbul rimarrà sempre un tabù per tutti le persone di fede rossonera.