Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Fabio Capello è intervenuto a proposito dei suoi primi 70 anni. E, ovviamente, gran parte dei commenti sono dedicati al calcio.
Moggi, Giraudo, Baldini: come è riuscito ad andare d’accordo con dirigenti così diversi?
“Moggi ha governato il calcio: Ibrahimovic e Cannavaro sono i suoi capolavori. Giraudo è stato il primo in Italia ad avere grandi strategie extracalcistiche. Con Baldini abbiamo trovato la condivisione degli interessi culturali. Con lui sfiorammo l’affare che avrebbe potuto cambiare la storia della Roma: la cessione al gruppo russo”.
Agnelli, Berlusconi e Sensi: i presidenti italiani della sua carriera da allenatore.
“Agnelli aveva fascino e parlava dal pulpito. Berlusconi è stato geniale e si poneva con i suoi dipendenti come l’imprenditore che si rimbocca le maniche. Sensi è l’uomo al quale sono contento di aver dato la gioia dello scudetto”.
Quante volte ha sfiorato l’Inter?
“Quattro, ma chiudiamo qui il discorso”.
Il club dove si è sentito a casa?
“Al Milan sono stato benissimo. La gioia per lo scudetto di Roma è stata particolare. A Madrid vincere il titolo nel 2007 è stato qualcosa di speciale”.
Il più grande talento allenato?
“Van Basten. Poi Ibrahimovic, Totti, Maldini, Baresi, Raul”.
I colleghi?
“Helenio Herrera, Liedholm e Fabbri sono stati i maestri. Trapattoni è stato un pioniere: è stato il primo grande allenatore italiano ad andare all’estero. Sacchi ha aperto una strada”.