Sembra essere ormai definitivamente sfumata la pista nerazzurra per arrivare a Domenico Berardi, talentuoso classe ’94 di proprietà della Juventus….un momento, Berardi chi? l’attaccante del Sassuolo? alla Juventus? Questo passaggio c’era proprio sfuggito.
Di passaggi, riguardanti la corsa bianco-nero-azzurra per il giocatore, ce ne siamo persi più d’uno: la società torinese accetta -forse malvolentieri- la decisione di Berardi, che preferisce rimanere agli ordini di Di Francesco, il quale tanto lo ha valorizzato, per avere continuità e vivere da protagonista la prima storica esperienza in Europa League del suo Sassuolo. “Non è un rifiuto” – tuona Marotta – “Con il club emiliano abbiamo un rapporto di grande amicizia e collaborazione per cui è sempre nella nostra orbita, però se il giocatore manifesta, come ha fatto, l’intenzione di continuare la sua crescita in un habitat in un ambiente a lui più congeniale come il Sassuolo è giusto rispettarlo”.
I più appassionati ricorderanno che Berardi rifiutò la Juventus già alla tenera età di 12 anni, e poco importa se il ragazzo sia notoriamente interista: Ausilio, incoraggiato dai vertici del Suning, cerca un esterno e tenta l’affondo, con un sonoro quinquennale da 3 milioni circa a stagione. Il sì del giocatore arriva come uno stridìo infantile in quel di Vinovo.
Marotta non ci sta, non può starci, il ragazzo ha detto no ai campioni d’Italia, vestirsi di nerazzurro sarebbe uno smacco troppo grande: non è Squinzi (il cui benestare serve ma nemmeno tanto), non Seghedoni, procuratore di Berardi, ma il Ds bianconero ad annunciare pubblicamente che “Berardi non andrà all’Inter”.
Non è dunque la Juve a non cedere un suo giocatore ai nerazzurri ma la Juve a impedire una trattativa tra due club su cui, sulla carta quantomeno, non avrebbe alcuna autorità. Il presidente emiliano rifiuta poi una cifra vicina ai 25 milioni di euro, effettivi, immediati (che mai avrebbe rifiutato da altri club), convinto dalla promessa della stessa cifra fra un anno, questa volta con assegno bianconero, come la maglia che presumibilmente vestirà Berardi prima o poi.
Lo chiamano “Gentlemen’s agreement”, un’opzione di acquisto che Marotta rinnoverà in settimana, considerato che fino ad ora, di concreto e di scritto, tra i due club non c’è stato nulla: un “accordo verbale”, così caro in campionati come quello spagnolo, che in Italia, a livello federale, non è contemplato, al pari di diritti di riacquisto e comproprietà.
Peccato, perchè di certo Berardi i conti in tasca li avrà pure fatti: il tecnico jesino gli garantirebbe ampio minutaggio, considerate le caratteristiche consone al 4-2-3-1 a differenza della concorrenza di altissimo livello che a Torino significherebbe panchina. E il giovane attaccante,che ha ampiamente dimostrato il proprio temperamento, di panchine non ne ha mai volute fare.
Anche perchè da un club blasonato come quello juventino ti aspetti quantomeno coerenza: impossibile non tornare indietro di un anno, quando per il cartellino di Dybala l’offerta migliore la fece l’Inter, ma decisiva fu la volontà del giocatore. Perchè non rispettarla questa volta?
Ora, a prescindere da come realmente questa vicenda andrà a concludersi, resta la perplessità nei confronti di dinamiche, atteggiamenti e dichiarazioni inusuali da parte di una società che detiene uno strapotere affermato, e di contro, l’altrettanta perplessità che suscita chi ancora si stupisce, e critica, la Fc Internazionale e il suo mercato prevalentemente rivolto all’estero da decenni.
Inter-Berardi: il giocatore dice sì, la Juve dice no, Marotta gongola, la Federazione temporeggia. Staremo a vedere.
This post was last modified on 22 Giugno 2016 - 21:49