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Murillo: “Inter Campus mi ha trasmesso valori positivi. Sarebbe un onore diventarne ambasciatore”

Jeison Murillo si mostra con il sorriso dolce e affabile di chi è in pace con la vita. Ha coronato quel sogno lucido che ogni bambino, in fondo, culla quando si trova a crescere. Se oggi Murillo è uno dei difensori più apprezzati della Serie A, molto lo deve alla sua formazione, a come sia riuscito a piegare al proprio volere ogni passaggio della propria storia personale. In questo processo di crescita è stato importante il periodo in cui le strade di Jeison e Inter Campus si sono incrociate. Se è vero, infatti, che il calcio è sempre stato nei suoi pensieri, la vita di un bambino a Cali non sempre segue le strade dritte e sicure della felicità.
La storia di Murillo comincia nel barrio Andre Sanìn, tra le vie di una Cali calda e veritiera. Il legame tra Jeison e il calcio si avvilluppa per las calles roventi e vive, come per ogni bambino. A scuola, fuori dalla porta di casa, ogni luogo dove si potesse calciare un pallone era un posto ideale. Sin da piccolo aveva un sogno da inseguire, Inter Campus l’ha aiutato a crederci, soprattutto ne ha formato il lato umano, rendendolo consapevole di quanto fosse importante lottare per ciò che si ama. Murillo è sempre estremamente educato, un vincitore umile, come umile è la famiglia da cui proviene “dove non mancava mai il pane in tavola ma se rebuscava ogni giorno per ottenerlo”. È bello che Jeison usi la parola rebuscar, un colloquialismo che rende l’idea di quanto sia a proprio agio nel parlare del suo passato e, al contempo, ne tradisce le radici così solide da non fargli perdere l’originalità della propria lingua.Murillo è uno dei ragazzi che, grazie ad Inter Campus, ha avuto modo di conoscere un aspetto nuovo della vita nel proprio paese. Quando il progetto arriva in Colombia è il 1999 e Jeison è tra i primissimi a formarsi grazie a questa nuova realtà chiamata Inter Campus, il ragazzo ha da poco compiuto 7 anni e per alcuni mesi proverà a crescere confrontandosi con il mondo. L’attività di Inter Campus vede oggi coinvolti più di 500 bambini e bambine tra i 6 e i 13 anni nelle aree di Cali, il dipartimento di Nariño, e quelle di Chocó. L’obiettivo di Inter Campus in Colombia è riempire in modo sano e costruttivo il tempo libero dei bambini tenendoli lontani dal narcotraffico e dalla guerriglia. “L’obiettivo degli Inter Campus va oltre il solo calcio”, dice sicuro Murillo. “L’organizzazione si occupa soprattutto degli esseri umani, della loro personalità, di tutti i valori di cui un ragazzino ha bisogno per crescere e, al di là del calcio, lo scopo è quello di svilupparne le potenzialità”. È pacifico che per poterli rendere sereni ai bambini vada fatto fare ciò che amano di più. E cosa c’è di più bello se non che prendere a calci una sfera che corre? “Credo che l’attività che Inter Campus e la società Inter portano avanti sia eccezionale, sarebbe auspicabile trovare sempre soluzioni del genere. Nei mesi di Inter Campus abbiamo imparato a contare sempre su noi stessi. Ci hanno insegnato dei valori, quelli importanti per una persona. Eravamo molto piccoli e abbiamo sempre cercato di comprendere il bene che ci è stato fatto”.

Murillo ricorda ancora i momenti in cui al Campus arrivavano responsabili dell’Inter, che innanzitutto restituivano ai ragazzi “un’atmosfera di grande positività. Ci trasmettevano valori positivi che avremmo poi riportato nelle nostre famiglie, nella vita quotidiana, ne assorbivamo ogni momento. Aspettavamo quelle persone con grande ansia, portavano allegria e novità. Ad esempio era divertente quando qualcuno tentava di parlare con noi in una lingua che non conoscevamo”. Le sfide con gli Inter Campus di altre zone, l’incontro con altri ragazzi, erano anche il momento per immaginarsi un giorno con la maglia dell’Inter, ma senza costrizioni di sorta. Il calcio per Murillo è sempre stato un sogno e una passione, mai un’ossessione.

Quando arriva il momento di pensare al futuro, a quello che verrà alla fine della carriera, il difensore si apre in un sorriso accogliente che lo proietta nel ruolo di ambasciatore di Inter Campus: “Per me sarebbe un onore. Se sarà ora o quando mi ritirerò, per me sarà sempre un onore aiutare i piccoli che hanno bisogno, cercando di dare sempre il buon esempio”. Perché, in fondo, è questo che conta veramente: “Insegnare agli altri il rispetto per se stessi e per chi ci sta accanto, ma l’umiltà innanzitutto, quella non bisogna mai perderla. È quello che ci consente di raggiungere grandi traguardi, senza mai smettere di crederci”.

fonte: inter.it

This post was last modified on 22 Giugno 2016 - 19:30

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Published by
Roberto Bernocchi