È molto facile dopo quattro partite salire sul carro dei vincitori, ma ciò che emerge dal capolavoro tattico di Antonio Conte contro la Spagna, è un calciatore più volte bistrattato dai tifosi nerazzurri, nonché dai media: Eder Citadin Martins. Il numero 17 della Nazionale si è reso protagonista di tre prestazioni eccezionali dal punto di vista tattico: corsa, dedizione e tanto, forse troppo, sacrificio per la causa azzurra.
Eder è un oriundo, un naturalizzato e per questo è spesso stato criticato: si andava dal “Se non sei un fenomeno, è inutile la tua naturalizzazione” al “Ecco perché hai preferito l’Italia al Brasile: hai scelto la via più facile per giocare”. Dopo che, però, ha contribuito in maniera importante alla qualificazione dell’Italia ai quarti di finale (sua la punizione velenosa che De Gea non è riuscito a trattenere prima del tocco beffardo di Chiellini), il giudizio sembra cambiato: dal goal con la Svezia (che ha ricordato quello di Baggio ad Usa ’94) al lavoro oscuro di pressing contro la Spagna. E adesso l’attaccante potrebbe risultare utile nel futuro dell’Inter.
Ovviamente ci sono aspetti da migliorare: la corsa ed i chilometri percorsi in campo, comportano, purtroppo, una mancata lucidità in fase offensiva come dimostrato dal contropiede sprecato contro la Spagna, su un’occasione costruita, in ogni caso, da una sua ripartenza. Eder sembra rinato, l’Inter rinasce (ufficialmente oggi n.d.r.) con Suning: proprio Jindong si è mostrato orgoglioso dell’italo-brasiliano, facendo sì che emerga la sensazione che la nuova proprietà cinese possa puntare su di lui per la prossima stagione. Sarà l’Europeo il trampolino di lancio per una stagione da protagonista dell’attaccante nerazzurro? O sarà carne da macello per l’altare del Fair Play Finanziario? Mancini e i tifosi nerazzurri aspettano, esaltandosi per il super Eder formato Nazionale.