“costa troppo“, “quanto corre!“, “non è un esterno“, “è duttile“.
Questi alcuni dei commenti sui social da parte dei tifosi nerazzurri durante l’Europeo di Joao Mario, campione con il suo Portogallo. Giocatore ai più sconosciuto prima di questa competizione, nella quale ha indossato la maglia con il numero 10.
Non era, però, sconosciuto al mondo Inter: già ai tempi di Stramaccioni i nerazzurri stavano per acquistarlo per “una manciata di spicci”, ma arrivò un nuovo allenatore allo Sporting che ne bloccò la cessione.
Ma serve davvero Joao Mario all’Inter? Dai commenti riportati sopra, si sarà capito che l’opinione dei tifosi nerazzurri è divisa in due. Da una parte c’è chi lo ritiene più un centrocampista, adattato dal ct portoghese Santos a esterno di centrocampo, e quindi non sarebbe l’acquisto ideale poiché l’Inter cerca un esterno d’attacco.
D’altro canto c’è chi vede in lui la duttilità necessaria per poter giocare anche come ala offensiva, e potrebbe risultare un acquisto importante proprio perché trattasi di un giocatore eclettico che, all’occorrenza, adempierebbe ad altri compiti e coprirebbe diversi ruoli.
La verità è che Joao Mario potrebbe essere un’ala ma molto, molto diversa da Perisic. Ha la capacità di mettere in mezzo cross taglienti (che sarebbero perfetti per Icardi, che lo scorso anno ne ha ricevuti davvero pochi), e inoltre, vista anche la sua capacità di difendere all’occorrenza, potrebbe coprire bene i buchi lasciati da terzini offensivi come Ansaldi.
Difficile, però, stabilire se sia corretto spendere 40 milioni per un giocatore sì eclettico, ma che verrebbe impiegato in un ruolo nel quale comunque non è specializzato. L’ultima parola spetta quindi alla società, che non può davvero sbagliare il primo colpo a effetto targato Suning.