Ha del clamoroso quello che sta venendo a galla anche attraverso l’articolo di Gianni Santucci su Corriere.it. Tra il 2013 ed il 2014, si sarebbero intrecciati loschi accordi tra alcuni dirigenti della Juventus, alcuni suoi ultrà ed alcuni componenti della ‘ndrangheta. È risaputo che diversi gruppi ultrà abbiano una fonte di guadagno dettata dalla vendita dei biglietti allo stadio.
Stando a ciò che riferiscono il pm ed il gip di Torino, è stata l‘Ndrangheta a fondare il gruppo ultrà “I Gobbi”, affinché si riuscisse ad entrare da protagonisti nel mondo del bagarinaggio. Ebbene, attraverso le parole di Alessandro D’Angelo, security manager della Juventus, madiante una telefonata intercettata, viene messo in evidenza il marcio presente nel mondo del pallone nostrano: “Io voglio che voi state tranquilli e che noi siamo tranquilli e che viaggiamo bene insieme, allora se il compromesso è questo a me va bene! Se gli accordi saltano, ognuno faccia la propria strada”.
In parole povere, si comprende come la società – nella veste di alcuni suoi dirigenti, di cui diversi ancora senza identità – diano agli ultrà i biglietti che poi questi, “guidati” dall’ndrangheta, li rivendano attraverso il bagarinaggio. L’obiettivo della società? Ottenere la calma nei rapporti tra i tifosi, affinché non ci siano problemi all’interno dello stadio.
This post was last modified on 11 Luglio 2016 - 16:24