Come se non bastasse il tormentone Icardi anche Mancini ci sta mettendo del suo per non annoiare la nuova proprietà, ieri primo vertice con Steven Zhang, figlio del boss di Suning e prescelto di Moratti per l’ingresso con l’inter con ampio mandato.
Zhang jr. ha appena 25 anni, ma anche un colosso alle spalle che fattura 50 miliardi di euro all’anno, unica figura del gruppo Suning a instaurare un dialogo con Mancini, visto che Thohir è presidente senza portafoglio e il Ceo Michael Bolingbroke ha congelato qualsiasi rapporto con l’allenatore, come dimostrato nell’inutile Los Angeles-Riscone-Los Angeles e nel nefasto vertice a Portland che ha scatenato la tempesta.
Mancini, scrive La Gazzetta dello Sport, ha chiesto innanzitutto lumi sul futuro, con Zhang che ha ribadito di credere nel suo progetto e di non aver allertato Simeone per il 2017, ma che essendo una nuova proprietà è ancora tutto in fase embrionale fare determinate scelte e dare all’allenatore una figura di riferimento che dall’addio di Fassone manca nella nuova Inter.
La realtà dei fatti è che Mancini non vuole dimettersi e l’Inter non vorrebbe pagare i 10 milioni lordi per licenziarlo, così al massimo si tratterà per una buonuscita, poiché di rinnovo si parlerà solo col campo ma una separazione immediata in questo momento non serve a nessuno.