Il tour estivo dell’Inter è appena finito ed è tempo di fare dei bilanci. Infatti, la truppa di Mancini nel suo viaggio oltreoceano, durato 15 giorni, ha visitato 5 città (Portland, New York, Eugene, Salt Lake City e Charlotte) compiendo oltre 24mila chilometri di viaggio (40 ore di volo) e giocando 4 amichevoli (più di Juventus e Milan, ferme a 3). Nel ritorno in Europa spazio al lavoro specifico per preparare al meglio il debutto in campionato: lavori più intensi ma di durata minore sulla corsa e sulla forza con più partitelle e maggiori esercizi con la palla e sul possesso, senza dimenticare che si aggregheranno i sei nazionali che si sono allenati a Brunico. In vista dell’esordio in campionato, infine, altre tre amichevoli: Tottenham, Celtic e Borussia M’Gladbach per testare in maniera più idonea la rosa nerazzurra, sperando che lo stress fisico accumulato in America non comporta danni all’integrità dei giocatori.
Inoltre, sulle tournée all’estero si è espresso Vincenzo Pincolini al Corriere dello Sport. Il preparatore dell’Under 19 ha analizzato le preparazioni estive della Serie A, tra tournée oltreoceano e amichevoli sempre più impegnative. Queste le sue parole:
“Con stagioni intense come quelle del calcio moderno, in estate sarebbe meglio non stressare subito il fisico. Ci sarebbe bisogno di un progressivo aumento dei carichi. Non dico che è sbagliato andare a giocare in America o in Australia, ma da preparatore, le tournée preferirei farle a fine campionato”.
E ancora: “Questi lunghi viaggi hanno controindicazioni, dagli sbalzi di temperatura all’aumento di infortuni. Anche se ci sono vantaggi: giocare aiuta ad entrare in condizione tanto che i giocatori che torneranno dalle amichevoli internazionali saranno già in forma. Però più benzina hai nel serbatoio a luglio, più sarai all’altezza durante l’anno”.