Mauro Icardi è abituato alle salite ben sapendo che qualche fischio non può intaccarlo. Lo sapeva il 13 aprile 2014, giorno della sfida contro la sua ex Sampdoria e primo incrocio con Maxi Lopez, lo sapeva ieri, quando al rientro alla Pinetina dagli States è stato il più acclamato, ma in senso negativo, con contestazione di chi non ha gradito la soap opera messa in atto dalla moglie Wanda Nara.
Scrive La Gazzetta dello Sport che ieri fischi e insulti si sono sprecati alla visione della Bentley di Maurito: un segnale che già si notava nei social, in cui il partito deluso da Icardi era maggiore rispetto a chi è contento della permanenza all’Inter.
Servirà la miglior medicina in questi casi, il gol, capace di far affievolire e dimenticare qualsiasi cosa, con Mauro in campo oggi col Tottenham e se dal primo minuto ancora con la fascia da capitano, portando a credere che Icardi sia ancora nelle idee nerazzurre, nonostante da Napoli filtri ancora una speranza.
60 milioni abbondanti per il cartellino e 6,5 a stagione per Icardi fanno ancora riflettere i partenopei, la stima di Sarri ha fatto piacere al giocatore, convinto di poter andare oltre i 20 gol stagionali ed essere l’erede di Higuain. Ma in casa Inter la prima cosa da non fare è rinforzare una diretta concorrente per il posto in Champions League, ora che a Mancini è stata data una squadra quadrata e convincente.
Occhio però alla pista estera, ma per far vacillare l’Inter serve una mega offerta di qualche big europea. Non come il West Ham, interessata nella prima fase di mercato a Icardi, ma attenzione all’Arsenal: se non riuscisse a prendere Lacazette virerà sul capitano nerazzurro, in caso contrario la permanenza avrà il compito di riconquistare il pubblico e lo si potrà fare solo a suon di gol.