Il regalo di Suning a Frank de Boer è Joao Mario, fresco Campione d’Europa e giocatore dell’anno in Portogallo, oltre che rivelazione di Euro 2016 essendo stato fra i migliori in campo anche nella finale vinta contro la Francia.
La stampa portoghese Joao Mario come un talento predestinato, che già da piccolo si allenava come un professionista ed era pronto a sgridare i compagni alla prima avvisaglia di mancanza di concentrazione. Un leader che già nelle giovanili dello Sporting, a 15 anni, riusciva a trascinare la squadra nonostante un campionato quasi perso e poi riacciuffato con classe.
L’ex allenatore delle giovanili, Luis Goncalves, ammette che la classe di Joao Mario era un livello superiore agli altri, anche in porta avrebbe fatto grandi cose visto il carattere. Il portoghese nasce difensore, poi regista davanti alla difesa ma cerca sempre di più la porta, fino ad essere trequartista di destra, vincendo poi Euro 2016 dalla parte opposta. Una finale Under 21 persa ai rigori che è il preludio al calcio che conta: 30 presenze e 6 gol nel ritorno a Lisbona dopo la parentesi Vitoria Setubal, esordio in Champions contro la Lazio e l’accordo con Jorge Jesus pronto ad allenare i lusitani solo con Joao Mario in rosa.
Nell’ultima stagione con lo Sporting Lisbona il centrocampista ha collezionato ben 38 presenze condite da 7 reti 11 assist con un’importanza nello scacchiere dei biancoverdi rivelato anche da alcuni dati sulla media-punti dei suoi in campionato: con Joao Mario in campo lo Sporting ha conquistato mediamente 2.3 punti a partita ma il valore scende a 1.8 quando il classe 1993 è stato assente dal rettangolo di gioco.
Ora per lui si prepara lo sbarco in Serie A. Nell’Inter tanti i portoghesi sbarcati di recente: i più romantici ricorderanno la classe di Luis Figo, ma anche le meteore Maniche e Quaresma. Ora sta a Joao Mario scegliere, con classe e leadership, in quale categoria di giocatori farsi ricordare.