La tavola sembrava apparecchiata per bene, Joao Mario in nerazzurro, Suning soddisfatta e Sporting Lisbona accontentato per il costo del giocatore, poi, di botto, tutto si è arenato, colpa delle successive richieste del club lusitano e di un giocatore condiviso.
Il Corriere dello Sport racconta che il blitz di Bruno de Carvalho di domenica non ha dato i frutti sperati, perché il presidente dello Sporting ha dapprima aumentato le richieste per il suo giocatore, portando il prezzo a 50 milioni, poi chiesto che il pagamento potesse avvenire in due rate e non in quattro come stipulato in precedenza. L’Inter ha risposto con due no alle richieste, cui è seguita un’altra risposta negativa al fatto che venisse messa una clausola del 10% a favore dello Sporting in caso di futura vendita di Joao Mario, bloccando di fatto l’operazione.
Quello che si è scoperto è che il giocatore non è del tutto di proprietà dello Sporting Lisbona, ma il fondo Quality Football Ireland deterrebbe il 25% del cartellino del giocatore, cosa che comporta un aumento delle richieste per de Carvalho, poiché si è saputo che il club aveva anche beneficiato di un prestito che ora necessità di una restituzione alle banche, una cifra intorno ai 25 milioni che se non restituita farebbe scattare una clausola in cui gli istituti di credito avrebbero un 30% su ogni cessione futura di giocatori.
Spunta così per l’Inter il piano b, ovvero il prestito da parte dello Jiangsu di Ramirez, ma il club orientale dovrebbe pagare una parte di ingaggio in quanto il giocatore percepisce 10 milioni di euro l’anno, cifra fuori portata da parte dei nerazzurri.