Tra i piani del risanamento previsti da Suning c’è anche quello di acquistare e far giocare in Cina esuberi e riserve dell’Inter. Ecco, se in terra orientale hanno ammirato la partita di ieri, nessun giocatore rischia di finire in oriente, con riserve vergognose e rimpianti sparsi ovunque.
Da chi partire è difficile, c’è abbondanza di pasticci, con la base di un allenatore che prosegue a far alimentare dubbi su tutto, da una Serie A ancora incompresa ad una banda di “quasi ex” giocatori che ieri ha elevato l’Hapoel ai livelli di Real e Barcellona, per quanto in campo si sia vista una sola squadra.
Va da sé che con un de Boer spaesato e che sa dire solo “Grazie” in italiano (parola che ben presto gli servirà ai saluti) Ranocchia inizia la serata da orrore barcollando davanti alla velocità di Lucho Maranhao e Buzaglo, vedendo in Palacio quella fascia di capitano che un tempo era sua.
Palacio oltre al fatto di consegnare a Icardi la fascia di capitano con entrambi in campo non fa, cerca le cose difficili in un’Inter che non conosce quelle facili e fa del suo primo tempo un calvario senza senso. Alle spalle di Palacio agisce Biabiany, uno che sembra triste per l’addio di Mancini, che si spegne sulla distanza e che sa che tra i papabili per finire allo Jiangsu è tra i primi posti.
Jiangsu che con molta probabilità si ritroverà Felipe Melo, non per sua scelta ma per obbligo immediato di far le valigie da parte dell’Inter. Esce tra i fischi in una squadra che non lo asseconda e che a parte le randellate su Hoban non gli vede fare. E’ tra lo spento, lo sconfortato ed il killer mancato, con un’avventura ormai agli sgoccioli per il brasiliano.
Chi ancora ha la testa per aria è Marcelo Brozovic, 45 minuti di nulla assoluto per chi deve avere la classe maggiore a centrocampo, sostituito da Banega dopo il primo tempo il povero Marcelo convince tutti che nelle gerarchie di de Boer la panchina è il suo habitat naturale, con l’ex Siviglia che una volta in campo ha i brividi per la squadra che trova.
Attenzione però, non solo riserve indegne, anche i presunti titolari non si salvano, D’Ambrosio, Murillo, Nagatomo e Medel affondano con la barca senza troppi patemi d’animo, Eder, Candreva e Icardi risultano solo sul tabellino della partita, con un palo dell’oriundo e una punizione dell’ex laziale giusto per dire che loro ci sono.
Loro sì, tutto il resto del gioco no. E domenica ci sarà la Juventus, attenta Titanic Inter.
This post was last modified on 16 Settembre 2016 - 09:10