Difficile, difficilissimo, anzi impossibile cambiare un allenatore a ferragosto e sperare di sfangarla.
Sicuramente non all’Inter. Ma il fatto che mister de Boer sia, dopo un mese di lavoro, al punto zero e non abbia dato gioco, ma soprattutto motivazioni e grinta ai suoi uomini, non spiega tutto.
Soprattutto per alcuni elementi, si potrebbe (metaforicamente) parlare di alto tradimento. Com’era ovvio e auspicabile il tecnico olandese per affrontare il non temibilissimo Hapoel, si è affidato quasi esclusivamente alle seconde linee. E ci mancherebbe verrebbe da dire. Ora molti fanno presto a dire “ha sbagliato formazione”, ma se si fossero fatti male Miranda, Icardi, per non parlare di Banega,in vista del derby d’Italia, allora sarebbero stati dolori.
L’Hapoel è obiettivamente di un livello così più basso dei nerazzurri, che non le seconde, ma le terze linee ne avrebbero dovuto fare un sol boccone. Invece poi c’è la realtà. Si parlava di tradimento perché vanno bene i limiti tecnici di molti giocatori, ma qui mancano, oltre alle gambe, soprattutto cuore e testa. E da professionisti che dovrebbe giocarsi il posto agli occhi del mister, questo è vergognoso.
Un giocatore come Ranocchia, difficile da vedere non solo in un campo europeo o di serie A, ma nemmeno in serie B, sembra giocare male appositamente. Ammesso e non concesso che i limiti tecnici gli impediscano di poter fare grandi cose, si dovrebbe dannare l’anima, correre, ringhiare sugli avversari, invece appare mollo, svogliato, sempre in ritardo e ad almeno 5 metri dal suo avversario. Davvero incredibile.
Tutto il contrario di Felipe Melo. E qui nasce la domanda: possibile che un giocatore della sua esperienza vada subito in affanno di idee e non trovi mezzo migliore che, finché le gambe glielo permettono (cioè molto poco), massacrare gli stinchi altrui con interventi assurdi e completamente inutili?
Non ci sono più parole per descrivere i terzini nerazzurri, ma uno show come quello messo in piedi da D’Ambrosio e soprattutto Nagatomo ieri sera, è qualcosa di abominevole. A favore del giapponese bisogna ammettere come l’impegno profuso sia il massimo, è che non ce la fa proprio. E così si potrebbe andare avanti con i vari Brozovic, Medel, Biabiany & co.
La verità è che questa squadra non solo è costruita male da un punto di vista tecnico, ma soprattutto mentale e caratteriale. Manca un uomo forte, un uomo spogliatoio che unisca, che compatti il gruppo, che lo scrolli e gli faccia capire perché veste la maglietta della Beneamata. Non c’è e all’orizzonte non se ne vedono. Basti pensare che capitano, dopo l’impareggiabile Ranocchia, è ora Mauro Icardi. Forse qualcuno ha confuso la fascia con il premio capocannoniere.
C’è solo da sperare che de Boer riesca, magari coadiuvato dalla società e da uomini come Ausilio e Zanetti, riesca a toccare le corde giuste ed almeno in qualcuno faccia scattare la molla.
Per ora è punto zero e notte fonda.
This post was last modified on 16 Settembre 2016 - 11:28