L’Inter è esattamente questo: lo dice la storia. Fa parte del suo dna la grande disinvoltura con cui si perde contro i campioni di Israele e il cuore grande quanto una casa (anzi di più) con cui si rimonta tre giorni dopo la squadra più forte d’Italia e una delle più forti d’Europa. Fino a un certo punto sembrava l’epilogo tradizionale degli ultimi anni: grande prestazione nel big match ma poi ecco la sconfitta immeritata con a fine partita quel misto di amarezza e delusione per quello che poteva essere è non è stato.
Invece, proprio quando tutto sembrava perduto e la panchina di De Boer sembrava ancora più scricchiolante, ecco che l’Inter sfodera quel mistico senso d’orgoglio che le ha permesso nei suoi 108 anni di storia di compiere imprese epiche da mitologia. La vittoria di stasera non è necessariamente da mitologia perché, come si suol dire, non è importante chi vince la battaglia ma chi vince la guerra. Ma, ovviamente, resta una rimonta dal valore inestimabile per tutti: per il tecnico olandese, per la proprietà presente al Meazza, per i giocatori che tanto hanno sofferto in queste prime uscite stagionali. Certamente anche per i tifosi che mai hanno smesso di incitare i nerazzurri dimostrando un attaccamento invidiabile alla maglia.
Capovolgere il risultato contro la corazzata di Allegri è stata comunque un’impresa che permetterà di vedere questa come 4^ giornata come vero punto d’inizio della stagione: e proprio qui viene il dunque. La matematica non è un’opinione e i punti hanno un valore emotivo vario, a seconda che siano conquistati in partite più o meno sentite ma a livello oggettivo sono tutti uguali fra loro. Sono tre punti quelli che si conquistano contro la Juventus, tre quelli che si ottengono contro il Sassuolo e sempre tre quelli che fruttano una vittoria contro Pescara, Palermo o Crotone.
Nella sua ambigua grandezza l’Inter ha dimostrato di soffrire maledettamente le partite in cui è lei la favorita perché spesso si è impantanata dopo primi tempi di pessima qualità e momenti di confusione dopo eventuali gol subiti. Allora fin dal prossimo impegno al Castellani di Empoli servirà soprattutto restare umili, con i piedi per terra e soprattutto vogliosi di dare continuità a questa serata di gioia. Perché in tanti ora aspettano al varco la truppa di De Boer, pronti a tornare alla ribalta al prossimo falso e una sconfitta mercoledì tenderebbe ad azzerare questo grande successo. I campionati si costruiscono sull’arco di 38 giornate e non di 5-6 quindi sarà fondamentale restare concentrati e giocare con la stessa garra già le prossime imminenti sfide di campionato.