L’Inter che si doveva vergognare, l’Inter Corea, la stessa Inter capitanata da Frank DI BURRO, oggi si sveglia con un bel sorriso sulle labbra. Sperando sia solo l’inizio.
UNA SQUADRA CON CARATTERE – Settimana scorsa parlavamo di giocatori che danno tutto per la maglia, si sbattono dal 1′ all’ultimo senza mai fermarsi. Parlavamo di come l’Inter avesse bisogno di avere questo atteggiamento, nascosto o perso nelle prime uscite di questo campionato (senza andare più indietro nel tempo). Beh, possiamo ritenerci soddisfatti, anzi, entusiasti per quanto ammirato ieri sera sul campo del “Meazza”. In una partita che ha visto coloro che avrebbero dovuto affondare per sempre la barca di de Boer, venir dominati in lungo e in largo, a dispetto di quello che dicono gli “esperti nel settore”.
CAPITANO O’ MIO CAPITANO – Segna sempre lui, segna sempre alla Juventus e, da questa stagione, collabora alla manovra in maniera decisiva. Quello che spesso veniva imputato ad Icardi era il troppo isolazionismo, quasi come un’appendice al di fuori della squadra da chiamare solo a necessità. Ieri sera, contro la sua vittima preferita, non solo è stato il primo a correre e rincorrere ogni pallone, vincendo battaglie decisive contro la famigerata BBC, ma ha anche supportato la squadra. Le sue sponde, aperture e movimenti dimostrano che il talento di Rosario è pronto alla definitiva consacrazione, con 4 goal in 5 giornate e 1 assist all’attivo, è parte attiva di tutte le reti segnate dai nerazzurri in campionato. Non c’è dubbio che, dal cambio della guida tecnica, lui sia stato il primo a beneficiarne. A beneficiare del “cambio di mentalità” da lui stesso più volte raccontato.
NON SALITE SUL CARRO ORA, VOGLIAMO SOLO LE SCUSE – Leggendo qua e là le prime pagine dei giornali, non ho intravisto titoloni a favore di un tecnico che ha fatto vedere la più bella Inter post Triplete; che non ha subito la Juve e che doveva essere massacrato dai FRANCHI TIRATORI. Non ho letto di come sia stato messo in imbarazzo Allegri, con un Dybala portato a spasso da Banega (dai, non ci credo che in quel momento non vi siate esaltati tutti). Titoli a favore dell’Inter, certo, ma una volta lanciato il sasso, il nascondere la mano non basta. Il popolo nerazzurro e non solo vuole leggere le scuse, o quantomeno un “mea culpa” per una presa di posizione, magari, un po’ repentina e per partito preso. Sia chiaro eh, non vi vogliamo sul carro con noi ora, qualunque sia la sorte della stagione nerazzurra, vogliamo solo onestà intellettuale.
IL 19 NERAZZURRO – Vorrei soffermarmi sulla classe che il centrocampo nerazzurro ha messo in mostra ieri sera. Joao Mario e Banega hanno sovrastato la qualità di Pjanic, facendo intravedere quello che possono fare assieme, con qualche allenamento in più sulle spalle. In particolare, l’ex-Siviglia, non solo ha messo in mostra i suoi piedi raffinati, ma anche un carisma da condottiero che in mezzo al campo mancava da troppo. Da quando qualcun’altro, sempre argentino, vestiva la numero 19. Banega non è solo il faro della manovra di questa Inter, ma è anche uno dei principali leader. Basti guardare come i compagni lo cerchino e lui prontamente indichi il passaggio e/o il compagno da servire. Ben tornato 19.
RIESCO SOLO A SORRIDERE – Ieri sera, allo stadio, al goal di Perisic non sono riuscito nemmeno a esultare. Nonostante avessi a fianco a me interisti euforici e juventini depressi, riuscivo solo a sorridere. E non vorrei smetterlo di fare. A partire dalla sfida contro l’Empoli di dopodomani. De Boer ora deve continuare con la strada intrapresa. Inter-Juve è stata solo la prima montagna da scalare, la strada ora non è assolutamente in discesa. Ma sappiamo che lui ne sia a conoscenza. I giocatori, che ora hanno tirato fuori i cosiddetti, non devono crogiolarsi alla prima, seppur importantissima, vittoria. Il campionato è appena iniziato e continuando a lavorare così, vi assicuro che il pubblico interista, che ieri è stato da 10 e lode, tornerà a riempire lo stadio non solo per i big match. E continuerà a sorridere assieme a voi.