Il calcio è bello perché ti permette di avere sempre una seconda possibilità, cancellando eventuali screzi del passato. A Mauro Icardi sta succedendo questo: un’estate da protagonista in negativo, più per colpa di chi lo gestisce e poi avvio di campionato con 6 reti su 7 fatte dall’Inter, capocannoniere solitario davanti a Bacca e Higuain.
Vincere era quasi un obbligo per l’Inter al Castellani: un passo indietro avrebbe vanificato la super prova contro la Juventus, ma le paure son durate appena 17 minuti, tempo necessario per Maurito di bucare due volte Skorupski con due lampi di classe, primo gol di testa, secondo in velocità.
E dire che Icardi ha anche sbagliato almeno altre due limpidissime occasioni, ancora solo davanti a Skorupski nel primo tempo e calciando male nella ripresa. Non si tratta di dipendenza da Maurito se sei gol su sette sono suoi, semplicemente questa Inter mette nelle condizioni di segnare il suo terminale offensivo, con Perisic e Candreva che crossano spesso e volentieri, oltre alle geometrie di Joao Mario che dimostra tutta la bontà del suo acquisto.
Per dimostrare la quadratura di ieri basta dire che non si è sentita l’assenza di Banega: Joao Mario ha saputo districarsi nel traffico e trovare i tempi giusti mentre alle sue spalle Kondogbia, seppur lento, riusciva col fisico a bloccare i padroni di casa. Il resto lo faceva il numero 9 che dopo domenica pare aver preso gusto a far sportellate solo contro tutti, dopo aver messo in ginocchio la famosissima retroguardia della BBC bianconera.
Con un Icardi così de Boer può fare tutti gli esperimenti che vuole: un giocatore decisivo sia con i gol che col carattere, un capitano ritrovato che si sta pian piano tenendo stretta quella fascia che porta al braccio e ricordando che ha solo 23 anni si potrebbe anche azzardare il pensiero che 110 milioni di clausola rescissoria per lui siano pochi.